
Libro Nero” è il nome che gli investigatori della Polizia di Stato hanno dato all’operazione nel corso della quale, dalle prime ore di questa mattina, nella provincia di Reggio Calabria, sono stati eseguiti numerosi arresti e perquisizioni nei confronti di esponenti della ‘ndrangheta reggina. L’inchiesta della D.D.A. di Reggio Calabria sviluppata con un’articolata indagine condotta dalla Squadra Mobile del capoluogo reggino, con il supporto dello S.C.O., ha consentito di ricostruire gli assetti e le dinamiche operative della cosca LIBRI, una delle più potenti articolazioni della ‘ndrangheta unitaria, che controlla nella città di Reggio Calabria i quartieri Cannavò, Condera, Reggio Campi, Modena, Ciccarello, San Giorgio e le frazioni di Gallina, Mosorrofa, Vincoe Pavigliana. Nel corso dell’operazione, gli investigatori della Polizia di Stato stanno mettendo i sigilli a numerose società riconducibili agli appartenenti alla cosca, operanti nel settore edilizio, immobiliare e della ristorazione, il cui valore complessivo, nell’ordine di diversi milioni di euro, è in corso di esatta quantificazione.
Nella prospettiva di un maggiore ed efficace sviluppo dei propri interessi criminali, la cosca LIBRI, oltre ad essere perfettamente in grado di interferire nelle dinamiche economico-imprenditoriali locali, è stata allo stesso tempo capace di infiltrarsi in quelle politico-elettorali del territorio cittadino, gestendo un consistente bacino di voti, convogliandoli a favore di soggetti compiacenti, senza esclusione di schieramenti politici, nell’ambito di un rapporto basato sul do ut des, destinato a favorire non solo la singola consorteria, ma il sistema ‘ndranghetistico nel suo complesso. I LIBRI hanno saputo elaborare raffinate strategie finalizzate a consentire l’elezione di soggetti che potessero agire quali loro preposti negli organismi istituzionali. Invero, l’ascesa politica fino al Consiglio Regionale di un soggetto politico reggino è stata costantemente supportata, fin dagli inizi, dalla cosca LIBRI. L’attività di indagine ha fornito importanti elementi sulla centralità del ruolo esercitato dalla cosca in occasione delle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale del novembre 2014. In quella tornata elettorale, la consorteria ha convogliato parte del proprio cospicuo bacino di preferenze elettorali, in cambio di favori, verso un politico di Reggio Calabria poi eletto al Consiglio della Regione.
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