
Da marzo in poi le curve dell’andamento dell’epidemia, in nessuna nazione si è arrivati al contagio pari a zero. Per spengere un virus esso deve scomparire, vale a dire scomparsa del virus all’interno di una nazione. Ciò non è avvenuto in nessuna nazione. Ci sono stati dei cali significativi che hanno permesso di riprendere in mano le redini della vita economica e sociale, ma mai la chiusura di una fase ciclica.
In Italia ad esempio, una fase di stallo con un netto calo di contagi si è verificata a partire dai primi giorni di giugno fino a metà di agosto. In Spagna la situazione è stata sempre critica con un calo durato solo un mese a giugno. In Francia due mesi di tregua tra giugno e luglio. Da aprile a giugno una fase di appiattimento in Israele, che è durata da aprile fino ai primi di luglio in Belgio. In Corea del Sud la tregua è stata registrata tra aprile e maggio e, in Svezia, tra giugno e agosto. In nessun caso si è arrivati allo zero. Quindi significa che nonostante il calo dei contagi il virus era presente in ogni nazione e pronto ad aggredire al momento opportuno. Cosa che poi è successa da settembre in poi. Da qui un’impennata in grado di avere conseguenze destinate ad incidere sul periodo natalizio. Anche oggi non si sta arrivando al raggiungimento della discesa del picco dei contagi per poi essere trasportati verso la quota zero. Purtroppo finche tutte le nazione, pure una alla volta non iniziano a portarsi vero lo zero, per poi evitare qualsiasi ingresso del virus nel loro paese, la situazione sarà sempre a rischio. Solo azzerando il virus si può dire che siamo usciti dall’inferno, poiché ci vorrà ancora molto tempo per capire se il vaccino darà il suo effetto.
Articoli simili: