
ROMA- Si stanno levando cori di attacco contro la stampa per aver detto e scritto che la macchina della protezione civile si è inceppata. Come non è mai partita concretamente la macchina dell’assistenza alle popolazioni dopo il sisma perlomeno per ripulire le aree dalle macerie e creare le condizioni di stabilizzazione provvisoria dei terremotati. Errani e Curcio cercano di farse le ragione di una situazione che ha mostrato in pieno una serie di carenze che ha portato a difficoltà evidenti non appena ci sono state le tre scosse di terremoto.
È difficile placare la rabbia dei sindaci dei Comuni invasi dalla neve e colpiti dal sisma che avevano, due giorni fa, chiesto aiuto ad Errani e anche alla protezione civile indicando loro una criticità che poteva peggiore nelle ore successive visto che erano previste ancora nevicate. Una rabbia che ora trova piena conferma guardando con attenzione a quello che è successo dopo le tre scosse: gente che fuggiva ma si trovava la strada sbarrata dalla neve.
E nostro dovere, quindi, dire con fermezza che la macchina non stava funzionando molto prima delle tre scosse di terremoto. La situazione è venuta alla luce perché le tre scosse hanno messo in risalto quello che stavano vivendo le popolazioni colpite dal sisma, non per via del terremoto, ma per colpa di abbondanti nevicate che avevano coperto persino le roulotte e le tendopoli.
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