
ROMA – Quello che è avvenuto dopo la decisione di Salvini di lanciare un segnale ben preciso all’inutile Europa sulla questione migranti, ha portato ad un disgustoso atteggiamento della sinistra italiana capeggiata dal PD. Questa sarebbe la bella sinistra, che pena. Sono questi gli scrittori, gli artisti, i cantanti che si merita l’Italia? Tutti intellettuali alla loro maniera, solo per cercare di mantenere viva una fede politica che ormai appartiene solo a loro. Nel giro di due giorni il caso immigrazione e il giro di vite di Matteo Salvini ha fatto trasudare l’odio di una sinistra inconcludente. I salotti culturali della peggior sinistra che abbia avuto l’Italia negli ultimi cento anni.
Tutti sono scesi in campo vomitando addosso a Salvini le peggiori parole che si potessero rigurgitare. Cantanti, Giornalisti, scrittori, politici di parte, preti, insomma, tutti hanno fatto un coro che alla fine ha fatto ridere chi invece ha votato un cambiamento per non essere più derisi dall’Europa e dagli altri paesi europei. Sembra che tutti i capaci di questo paese, che solo loro sanno e i loro vocaboli sono vangeli di messa, si accasano in una sinistra super fallita. Una sinistra che nessuno vota più e nessuno ascolta più.
Proprio questi intellettuali di sinistra hanno contribuito a far fallire la sinistra italiana. Mentre la sinistra sbandierava l’accoglienza scendendo pure in piazza, i lavoratori, le famiglie, le imprese, rimanevano sole e nessuno scendeva al loro fianco per difenderli. La sinistra è scesa in strada e nelle piazze solo per difendere i migranti, ma per la povertà che colpiva violentemente i cittadini italiani, è rimasta a guardare dalla finestra. Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito a politiche di sinistra incentrate sull’accoglienza e sui matrimoni omosessuali. Solo queste due sono state le politiche portate avanti dalla sinistra italiana, ma del trattare gli argomenti seri che attanagliavano il paese afflitto da una crisi spaventosa, nessun segnale è giunto da parte della sinistra. Evidentemente gli argomenti portati avanti in questi ultimi sette anni, non interessavano gli italiani, tanto che il 4 marzo hanno deciso di non votarli tenendoli lontani dai tavoli decisionali.
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