
Quello che sta succedendo oggi in Italia è sempre successo. È successo con Bettino Craxi, con Silvio Berlusconi, è successo con Matteo Renzi, oggi succede con Matteo Salvini. Ogni volta che c’è la nascita di un leader politico, in Italia si muove una macchina del fango che diventa distruttrice.
Il primo che ha pagato il caro prezzo del sistema mediatico è stato Bettino Craxi, che alla fine non ha voluto nemmeno la sepoltura nel suo paese. Poi è toccato a Silvio Berlusconi, che è finito subito nel tritacarne delle sinistre e dei media. L’antiberlusconismo diventò l’unica politica portata avanti dalle sinistre in venticinque anni. Alla fine hanno perso e sono scomparse dal parlamento italiano. Poi è toccato a Matteo Renzi, che è finito nel tritacarne dei suoi stessi colleghi di partito e delle sinistre. Oggi tocca a Matteo Salvini difendersi dalle sinistre, dal PD, e pure dagli stessi suoi alleati di coalizione, oltre a difendersi dai radical chic di sinistra.
La politica italiana è fatta così: non appena nasce un novo leader va distrutto il prima possibile, in maniera tale che tutto quello che è iniziato con la prima repubblica possa essere portato avanti senza ostacoli altrui. Crea subito il nemico su cui puntare anni e anni di campagne mediatiche per dire qualcosa. Sono anni che assistiamo a questo modo di operare della politica italiana. Oggi tocca a Matteo Salvini perché è vincente, e poiché il popolo italiano lo vuole come leader, esso va annientato con qualsiasi strumento a disposizione, purché muoia politicamente. Ecco, questa è l’Italia della politica italiana: non può esserci un leader vincente.
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