
Siamo giunti al capolinea. In quasi trent’anni nel nostro tessuto sanitario si è tagliato di tutto e di più nella sanità pubblica, convinti che la sanità era inutile quindi meglio tagliare lì che gli sprechi della macchina pubblica. Come non si arginata l’emorragia di risorse economiche perse per tutte quelle cattedrali nel deserto iniziate ma mai finite. Cattedrali che hanno sciupato miliardi di lire e milioni e milioni di euro. Ora che stiamo affrontando l’emergenza dell’epidemia covid stiamo pagando tutti gli errori di una cattiva gestione politica della sanità.
I dati dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali, aggiornati al 6 novembre, parlano chiaro. Sono ben 10 le regioni con i reparti saturi rispetto al limite soglia del 40%: Emilia Romagna (45%), Lazio (44%), Liguria (70%), Lombardia (69%) Marche (47%), Piemonte (93%), Bolzano (98%), Trento (44%), Umbria (49%), Valle d’Aosta (89%). Mentre per le terapie intensive il valore soglia del 30% è superato da 10 regioni (Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Piemonte, Bolzano, Trento, Toscana, Umbria, Valle d’Aosta).
È vero che si tratta di un’epidemia e il flusso dei pazienti è enorme, ma è anche vero che ci siamo ritrovati impreparati, per ben due volte, per fronteggiare l’effetto devastante del virus. Una sofferenza dei reparti confermata anche dal nuovo report dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari (Altems) dell’Università Cattolica, che mette nero su bianco le ricadute della pandemia sui pazienti non-Covid, sulla base dei dati aggiornati al 4 novembre: sono già almeno 4 le regioni che hanno optato per una sospensione integrale dei ricoveri di tutte le classi di priorità: Lombardia, Puglia, Calabria e Campania, mentre l’Abruzzo ne ha deliberato la sospensione entro 60 giorni. E anche l’attività ambulatoriale comincia a subire ripercussioni: la Campania ha già deliberato la sospensione di tutte le attività eccetto quelle urgenti mentre la Calabria ha sospeso quelle differibili e programmate. Le restanti regioni non hanno emanato ufficialmente degli atti relativi a eventuali sospensioni delle prestazioni ambulatoriali o dei ricoveri, ma questo non esclude che non lo stiano facendo.
Ormai i posti letto nei reparti di medicina si riempiono di malati Covid e gli ospedali sono già quasi al collasso. Mentre l’emergenza pandemica inizia a far slittare i ricoveri per altre patologie e a ridurre prestazioni ambulatoriali. A lanciare l’allarme sono stati Ranieri Guerra, direttore aggiunto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, e Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute Roberto Speranza. È il segno tangibile che proprio sulla sanità si sono fatti errori madornali. Si sono chiusi tantissimi ospedali ed ora montiamo le tende. Si è tagliato il personale sanitario ed ora si cercano medici e infermieri. Si è tagliato l’emergenza del 118 ed ora mancano mezzi e uomini. Ecco, il virus ci sta insegnando che la cosa più importante di una nazione è la sanità.
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