
PARETE – Siamo sicuri che il nostro atteggiamento nei confronti del commercio locale sia stato positivo? Credo di no, e lo dico con molta schiettezza. Il nostro atteggiamento infido non ha fatto altro che distruggere uno dei punti cardini dell’economia di una comunità. Una comunità senza commercio è destinata a spegnersi. Vedere la chiusura continua di attività commerciali non è un bene. Il paese si spopola. Senza insegne la sera sembra un cimitero con i cancelli sempre aperti.
In tutti questi anni non abbiamo dato fiducia al commercio locale. L’incontrollata tendenza ad andare altrove è stata anche figlia della crisi dell’euro, che ci ha portato a trovare ovunque il risparmio. Purtroppo non abbiamo capito che anche i nostri pochi commercianti rimasti, si sono sforzati di tenere i prezzi in linea con i negozi fuori zona, solo che noi non ce ne siamo accorti, impegnati com’eravamo a correre altrove, ma in effetti, anche tra le nostre mura domestiche c’è chi soddisfa le nostre esigenze.
Ci siamo impoveriti di commercio per colpa nostra. Spendere nel nostro paese significa dare la possibilità a mantenere in piedi un tessuto economico che rende ricchezza e lavoro. Nessuno investe a Parete, ha paura, perché è convinto che nessuno entrerà a spendere nella sua bottega. E non hanno del tutto torto. Continuando su questa linea non facciamo altro che peggiorare la situazione. Finiremo con le luci del commercio tutte spente, e il buio sarà l’unico risultato ottenuto dal nostro menefreghismo.
Il commercio della nostra comunità ha bisogno di noi, se noi continuiamo a scappare altrove, finiremo per spegnere tutta la comunità. Ricominciamo una riscossa che ci può servire per ripartire, e facciamolo dando innanzitutto fiducia a un tessuto commerciale che vuole sopravvivere e non morire. Spendiamo prima in casa nostra, e poi andiamo altrove per cercare quello che non riusciamo a trovare da noi. Solo così possiamo salvarci.
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