
Litorale domitio, golfo di Napoli, le isole, penisola sorrentina-amalfitana, golfo di Salerno, costa del cilento, i monti dell’avellinese e del beneventano, sono la Fiat della Campania. Purtroppo una politica chiacchierona e poca attenta alle vere esigenze del territorio, non è mai riuscita a capire che l’unico modo per far uscire la nostra regione dal degrado economico-lavorativo in cui versa, è il turismo.
Piccoli segnali giungono con la costituzione del Masterplan del litorale domitio-flegreo, che può essere un incubatore giusto per far partire il tanto sospirato turismo. Ma non servono le solite chiacchiere prodotte ad iosa, ma il tutto deve ruotare intorno a progettualità efficaci e realizzabili, al fine di aprire una pista veloce verso la realizzazione di un mercato turistico del territorio. Il territorio va reso moderno con un sistema di trasporti efficiente, una cultura ambientale che vada oltre le ideologie di partito ma che sia improntata verso una soluzione definitiva del problema, sicurezza con l’eliminazione di quella piaga camorristica che da sempre frena lo sviluppo della provincia di Caserta. Insomma, un percorso che non sia più formato dalle solite chiacchiere che finora hanno accompagnato la politica campana.
Il Masterplan può essere quel punto di inizio, poiché è lo strumento che l’amministrazione regionale, di concerto con il governo centrale e gli enti locali, mette a disposizione degli operatori pubblici e privati. Le potenzialità del Masterplan derivano dal suo radicamento nelle scelte messe in campo nell’ultimo decennio, in termini di pianificazione e programmazione a diversi livelli: comunità Europea, governo centrale, regione e comuni.
Stamattina a Parete si è discusso di tutto questo, continuando quel percorso iniziato qualche settimana fa a Castel Volturno. Un percorso che tutti si augurano possa continuare, per arrivare al fine ultimo: far diventare la nostra terra un incubatore turistico di degno rispetto, e un richiamo per i turisti di tutto il mondo. Il nostro territorio ha bisogno di turismo non di industrie, non ci servono.
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