
Definire Parete una comunità sconfitta dal coronavirus, è una affermazione fuori luogo. La fortuna della comunità paretana è stata quella di avere un’amministrazione che si è mossa in anticipo su tutto. Sin dall’inizio, quando l’Italia e il mondo intero è stato travolto dal virus, a Parete si è sempre lavorato per evitare il peggio. I cittadini sono stati attenti e vigili a rispettare le regole. Già nella prima ondata fermarono tutto prima degli altri. Persino la festa patronale, simbolo dell’intera comunità, fu abolita subito. Anche quando il Sindaco e il Parroco decisero di portare il quadro della Madonna all’esterno della chiesa, i cittadini sono rimasti rintanati in casa a guardare dalla Tv le immagini più tristi mai viste dal dopoguerra dalla comunità paretana. Un momento che rimarrà nella storia come ricordo indelebile dell’attuale tragedia.
Nella prima ondata i numeri sono stati irrisori, come d’altronde è avvenuto in tutto il sud. Poi la seconda ondata ha colpito indistintamente l’intera nazione. Sulla seconda ondata dobbiamo ringraziare coloro che hanno fatto credere che il virus fosse estinto: scienziati, politici, giornalisti, intellettuali, chi più ne ha più ne metta. Invece una valanga di contagi in poche settimane ha mandato in frantumi tutti i sacrifici fatti a marzo e aprile. Inevitabilmente anche Parete ha subito in poco tempo un numero di contagi molto alto e, purtroppo, anche decessi. Ma non c’è stata nessuna sconfitta, poiché i numeri di Parete erano in linea con quello che succedeva in tutta Italia. Nonostante tutto, anche in questa fase, la comunità si è difesa per evitare che i contagi uscissero fuori misura.
Nella seconda ondata, come nella prima, il sindaco Gino Pellegrino è stata la guida per la sua comunità. La virulenza non era come la prima volta, questa volta, come succedeva in tutta la provincia di Caserta, i numeri salivano vertiginosamente ogni giorno, tanto che a saltare per primo è stato il servizio sanitario campano. Nonostante tutto, Parete contava contagi con il contagocce. Mentre in tutto l’agro aversano i numeri salivano vertiginosamente, e non era colpa delle comunità, ma solo perché il virus era diventato più violento della prima ondata e la sanità andava in affanno, Parete registrava pochi contagi al giorno nell’ordine di 4-8 contagi con picchi massimo di dieci contagi. Oggi essere paragonati a Vò Euganeo o Codogno è un onore, poiché come hanno reagito bene loro durante la prima ondata e tenuto a bada la seconda, anche Parete, una cittadina del sud, è uscito bene dalla prima ed è riuscito a tenere a bada la seconda. Il numero di contagi, che noi come organo d’informazione ogni giorno forniamo, ha raggiunto un massimo di 180 persone nella seconda ondata e rappresenta solo l’1,5% della popolazione (12.000 abitanti). Nell’ultima settimana Parete fa registrare zero contagi e decine di guariti, insomma, non c’è nessuna sconfitta, anzi, si può iniziare a parlare timidamente di una nuova vittoria.
A conferma che Parete ha vinto di nuovo anche nella seconda fase, va evidenziato che quando gli ospedali erano saturi e i pronto soccorso intasati, ancora una volta il sindaco ha messo in campo iniziative autonome per alleviare la sofferenza dei cittadini colpiti dal virus. Ha attivato un’unità mobile composta da un medico e un infermiere, che hanno visitato e continuano a farlo, gli ammalati. Hanno fornito ai pazienti le bombole di ossigeno, inoltre, ha garantito un’ambulanza per il trasporto dei pazienti più gravi negli ospedale. Un lavoro che altri comuni, poi, hanno seguito. Quindi, dopo che si è fatto tutto ciò, non si capisce dove sta la sconfitta. I cittadini, che sono i veri osservatori della comunità, finora riconoscono nell’amministrazione quel valore aggiunto durante l’epidemia. L’amministrazione da una parte, i cittadini dall’altra, hanno continuato a lottare insieme per vincere contro l’infame virus. È vinceranno, dopo le prime due battaglie, l’intera guerra.
Francesco Torellini
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