
PARETE -I ‘fatti gravi’ avvenuti durante l’ultimo consiglio comunale meritano una profonda riflessione. La mortificazione della libertà di espressione di una giovane consigliera avvenuta per mano di un gruppo politico che non aveva una posizione univoca e condivisa sulla questione dei PIP è di una gravità assoluta.
Il tutto si è scatenato durante le dichiarazioni di voto dei consiglieri del Partito Democratico – spiega il sindaco di Parete Gino Pellegrino dopo i fatti dell’ultimo consiglio comunale – Il gruppo di Parete Prima di Tutto (PD) in consiglio comunale si è presentato diviso con ben tre dichiarazioni di voto (su 4 consiglieri) tutte contrastanti tra di loro (nei prossimi giorni avrete modo di leggere la delibera di consiglio altrimenti potete ascoltare la diretta sul gruppo del Comune di Parete):
Il consigliere Giuseppe D’Alterio (capogruppo) ha dichiarato che il PD in alternativa al Piano per gli Insediamenti Produttivi ad iniziativa pubblica proponeva la concessione diretta con la libera iniziativa dei proprietari e di conseguenza ha chiesto di trasformare nell’ambito del PUC l’attuale zona D1 (PIP – con attuazione pubblica) in zona D2 (si proponeva un’attuazione ad iniziativa privata, quindi tutt’altro che contrari alla “cementificazione”).
La consigliera Clementina Pezone invece ha dichiarato che da troppi anni si sta attendo il PIP di conseguenza esprimeva parere favorevole alla sua attuazione;
Infine il consigliere Raffaele Vitale invece ha dichiarato la sua totale contrarietà alla “cementificazione” di quell’area, quindi proponeva di destinare l’attuale area PIP in zona agricola.
Da come si può comprendere le tre posizioni erano tutte distanti tra di loro e inconciliabili. Ma paradossalmente durante il consiglio comunale 3 consiglieri del PD lasciano l’aula sul riequilibrio di bilancio mentre la consigliera Pezone restava al suo posto nei banchi dell’opposizione ad affrontare l’ordine del giorno. Dopo pochi minuti, mentre la consigliera era ancora impegnata nei suoi doveri istituzionali arrivava una nota via Facebook a firma del segretario del PD, del capogruppo e del garante del PD dove si comunicava l’espulsione dal gruppo consiliare della consigliera comunale che dopo due anni di ‘signorsì’ si era permessa di esprimere liberamente la propria idea.
A questo punto gli interrogativi sono molteplici.
Innanzitutto è dato sapere la posizione “ufficiale” del PD sulla questione PIP, visto che è cambiata in continuazione in questi anni ed anche in consiglio abbiamo ascoltato ben tre dichiarazioni contrastanti?
Perché è stata espulsa solo Pezone e non anche Vitale e/o D’Alterio visto che almeno uno dei due dovrebbe essere in contrasto con la posizione ufficiale del PD, qualora ci fosse una posizione su questo tema?
Quali forme di “garanzia” sono state poste in essere a tutela della consigliera prima di questo pesante provvedimento che non è stata nemmeno ascoltata dagli organismi di garanzia?
Un partito che ha riservato alla giovane consigliera un provvedimento con tanta durezza e celerità, senza alcuna forma di partecipazione e garanzia, trattamento che non hanno mai adottato nemmeno nei confronti dei peggiori soggetti accusati e condannati per gravi reati, può essere considerato “Democratico”?
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