
A volte si dice che non dobbiamo augurare il male a nessuno, ma chi ha distrutto questa terra meravigliosa dovrebbe pagare le pene amare terrene, tanto la morte spegne ogni sofferenza.
Ogni mese continuiamo a piangere i nostri morti, vittime di una malattia che non da scampo a nessuno. Uccide. Il tumore è diventato la pestilenza del vecchio e nuovo secolo. Troppe vittime. Se le contiamo, sono centinaia.
Uscire per strada significa venire a conoscenza di nuovi casi di cancro. Una nuova sofferenza si aggiunge a quelle già in corso. Sono persone che conosciamo. Spesso sono amici, amiche e si va ben oltre la semplice conoscenza. Poi si aggiungo i familiari che abbiamo già pianto o ci apprestiamo a piangere.
C’è il continuo terrore di essere colpiti dal male, sapendo che la sofferenza sarà immane e il risultato già scontato.
Parete, l’agro aversano, l’intera provincia di Caserta, ogni giorno piange i suoi morti. E come essere quotidianamente al fronte in attesa che la pallottola colpisca in pieno petto. È una guerra continua, senza fine, inarrestabile, è il tumore devastante.
Questa pestilenza ha avuto il suo picco ad inizio anni settanta e non si è più fermata, anzi, si è acutizzata diventando routine.
Propongo una fiaccolata serale per ricordare tutte le vittime di Parete che ci hanno lasciati per via del cancro. È un modo per ricordare chi non c’è più, soprattutto, sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe dirigente, affinché questo dramma possa iniziare ad attenuarsi. Una fiaccolata con nomi e cognomi, se il caso anche le foto dei nostri concittadini che ci hanno lasciato piegati dal cancro. E’ l’unico modo per ricordare anche alle nuove generazioni il male che ha subito la nostra terra, per colpa di un potere che ha avuto la capacità di devastare tutto.
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