Mar. Mar 19th, 2024

Ieri la corte d’appello di Napoli ha condannato Cipriano Chianese a 18 anni, ora si attende il terzo grado di giudizio. Qualora la cassazione confermasse la condanna scatterebbe anche il risarcimento di 50mila euro per il comune di Parete. Un risarcimento minimo per quello che è successo e sta succedendo nel nostro territorio.

Con questi soldi è il caso di erigere un monumento in memoria dei tanti caduti per tumore. E sì, non è una guerra, è peggio di una guerra, dove non ci sono feriti ma solo morti. Parete sta pagando un prezzo molto alto. Solo qualche giorno fa abbiamo dato l’ultimo saluto all’ennesima vittima di questa infamia, che ha lottato a denti stretti per vincere una battaglia che si è rivelata, ancora una volta, perdente. Solo chi ha assistito un malato di tumore sa cosa significa.

Questo scritto non è una provocazione, è serio, ed ha lo scopo di invitare l’amministrazione a prendere in seria considerazione di innalzare un monumento alla memoria di ciò che sta succedendo. La pestilenza è iniziata intorno agli anni ottanta, dall’allora sono centinaia le vittime di questo tragico passaggio storico per la nostra comunità. Non possiamo permettere che tutto si dimentichi. Forse tra mezzo secolo tutto ciò potrebbe finire, noi non ci saremo più, ma alle future generazioni bisogna lasciare un qualcosa ben visibile, che ricordi le vittime di tumore causate da camorristi, colletti bianchi, politici e imprenditori collusi, che hanno seminato morte nella nostra terra. Dobbiamo farlo perché nessuno deve dimenticare, poiché tutte le guerre vanno ricordate, e questa, al momento, è una guerra ancora senza speranza.