
ROMA – Quello che hanno capito i cittadini italiani di questa campagna elettorale, che i parlamentari che hanno fatto un buon lavoro, sono stati messi fuori dai partiti di appartenenza. Smantellando un mito del M0vimento Cinque Stelle, inesatto, non si può dire che tutti sono uguali. C’è una nutrita pattuglia di parlamentari, ora possiamo scrivere ex, che in tutti questi anni si è spesa fortemente per gli interessi del territorio d’appartenenza. Hanno lavorato sodo, ed erano anche figli di una certa serietà che spesso è assenza continua nel parlamento. Ebbene, questi parlamentari che andavano candidati, sono rimasti fuori dai giochi, i partiti non li hanno ricandidati, e in queste settimane fanno da spettatori.
Promossi dai cittadini, molti di questi candidati epurati sono stati bocciati dai partiti. È quello che si scopre scorrendo la classifica della produttività parlamentare stilata da Openpolis, l’osservatorio civico della politica italiana. A Montecitorio 7 dei primi 20 deputati più produttivi della XVII Legislatura, il 35%, non sono stati ricandidati. Quattro dei quali si piazzano nella top ten (40 per cento). Chi per motivi personali, chi per ragioni politiche. Chi per entrambe, ormai pesci fuor d’acqua all’interno dei rispettivi schieramenti. Tutta gente che, pur essendosi spesi parecchio dal 2013 a oggi, molto più di certi colleghi che invece figurano nuovamente in lista, sono stati messi alla porta. Peccato, perché non tutte le mele sono marce, purtroppo le buone sono state scartate e le merce rimaste nel paniere.
Articoli simili: