ROMA- La guerra doveva essere un brutto ricordo, invece è talmente di attualità che occupa tutti gli spazi d’informazione del mondo. Il nuovo millennio doveva garantire la pace, invece sta garantendo povertà e miseria. Ed è dalla miseria che si scatenano le guerre. Hanno combattuto i nazionalismi, alla fine hanno perso chi lì ha combattuti. Ognuno coltiva il proprio orticello, e poco importa cosa succede in quello degli altri, ma solo quando non ci sono interessi di mezzo, quando subentrano gli interessi si sganciano tutte le bombe possibili.
Questa la ricorderemo come la Pasqua della guerra imminente. L’America sta mostrando i muscoli al mondo. Forse Trump ha ragione, forse no, ma di certo questo mondo non può andare avanti così. Ormai la pace sta diventando un ricordo del passato. In ogni angolo del mondo c’è qualcuno che minaccia l’altro. Anche il vecchio continente non è immune da queste minacce: i terroristi del califfato ci colpiscono direttamente in casa nostra. Noi siamo inermi, perché combattiamo un nemico invisibile che può fare di noi quello che vuole.
Tutti si auspicano che il vento di guerra che soffia tra l’America e la Corea Del Nord si fermi, e non sia il preludio a una guerra che non gioverebbe a nessuno. Dall’altro canto, però, è evidente che le cose non possono continuare così. Qualcosa bisogna fare per fermare la sete di potere di molti dittatori e terroristi. E sappiamo bene che, dove ci sono i dittatori, c’è la sofferenza del popolo. Quindi siamo al paradosso: da un lato non si vuole la guerra, dall’altro non sappiamo come fermare la sofferenza dei popoli. Una cosa è certa: tutti desiderano la pace, ma essa non c’è per tutti.