
Estate 1958. Capri (Napoli). In un noto ristorante e night club dell’isola, il proprietario, con l’aiuto di un cameriere, sta allestendo i tavoli per la cena. Intanto, sul palcoscenico in fondo alla sala, il cantante Giuseppe Faiella, detto “Peppino”, prova con il suo complesso, i “Capri Boys“, le canzoni da cantare durante la serata, quando nel locale fa il suo ingresso il fornitore di vini e liquori. “Buongiorno, Don Mimì!, come andiamo?, vi ho portato la solita cassa di Limoncello…la sta scaricando dal camion il mio garzone!”, annuncia l’oste, continuando: “…Eh, quanti coperti, Don Mimì!…gli affari stanno andando bene, eh?…e quello, per forza…è alta stagione!…la sera, qua, c’avrete sempre il pienone!…quindi, se uno volesse inviatare a cena la propria signora dovrebbe prenotare, no?…”. “Don Pasqua’, scusate: ma voi che mi volete dire?…parlate chiaro!…Io vi ho capito: mi volete chiedere di prenotarvi un tavolo!…e va be’, ma per questa settimana è tutto pieno, vi dovete accontentare del prossimo fine settimana!…”, avvisa il proprietario del ristorante e night-club. “Don Mimì, ma figuratevi, voi siete il padrone qua!…decidete voi quando ospitarci…Don Mimì, ma che cos’è questa musica che viene dall’altra parte della sala?…”, domanda Don Pasquale, con aria perplessa. “Vi piace ,Don Pasqua’?…è il nuovo cantante, si chiama Peppino, si esibisce insieme con il suo gruppo “I Capri Boys”…sono bravi, eh?…ho fatto proprio bene ad ingaggiarli!…”, constata il proprietario del locale. “Piacere?…Vermanete io mi aspettavo che qua suonavate le nostre canzoni, quelle del repertorio classico napoletano: Di Giacomo, Bovio…quelle belle romanze di un tempo…e questa che musica è?…un ritmo tutto scombinato che non si capisce niente…e poi , uno, così non può nemmeno ballare abbracciato, guancia a guancia…e come te l’abbracci tua moglie, se invece di un lento devi fare gli esercizi di ginnastica?…”, chiede Don Pasquale, interrotto bruscamente da Don Mimì, che prende la parola: “Don Pasqua’, fermo, non parlate più!…Vi faccio spiegare tutto da Peppino, il cantante, che lui queste cose le sa dire meglio di me…Mo’, ve lo chiamo: “Peppiìììì, Peppinooo!…vieni un po’ qua, per piacere!…”. “Don Mimì, che c’è , mi avete chiamato?…Io stavo provando!…”, esclama il cantante. “Sì,Peppì, lo so, scusami tanto!…Il fatto è che il signore ,qua, Don Pasquale, il nostro fornitore di Limoncello, vorrebbe sapere che musica è quella che suoni, perché dice che non è come le nostre belle canzoni napoletane…quelle della nostra generazione!…Mo’, glielo potresti spiegare come hai fatto con me l’altro giorno, che musica è , perché io quello che mi hai detto non lo so spiegare bene come lo spieghi tu…”, afferma imbarazzato il proprietario del night-club. “Certamente, Don Mimì!…e che problema c’è?… la nostra musica, mia e dei “Capri Boys”, si chiama “rock’n’roll alla napoletana”, un misto di rock americano e sentimento partenopeo, pieno di ritmo e di cuore…Animo antico e slancio moderno!… insomma: un “rock sentimentale”… “.
“Quando nel 1958 incisi i primi dischi, spumeggiai le canzoni del repertorio classico napoletano e le rifeci in chiave rock, i tradizionalisti erano scandalizzati, ma io tenevo insieme la mia anima rock e quella sentimentale. Poi, ahimè, il disco più venduto è rimasto “Let’s Twist again”. Così, il cantante e musicista Giuseppe Faiella, in arte Peppino di Capri, in un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, in occasione dei cinquant’anni di carriera, festeggiati nel 2008. Nato a Capri, isola del Golfo di Napoli, il 27 luglio 1939, da una famiglia di musicisti, (il nonno suonava nella banda locale e il padre, Bernardo,proprietario di un negozio di dischi e strumenti musicali, suonava sax, clarinetto,violoncello e contrabbasso in un’orchestra), si esibisce per la prima volta nel 1943, all’età di quattro anni, davanti alle truppe americane di stanza sull’isola, per intrattenere le quali suona a orecchio composizioni al pianoforte. Poi, a sei anni, intrapreso lo studio di questo strumento con un’insegnante di origini tedesche estremamente severa, debutta nel 1953 con l’amico Ettore Falconieri, batterista, al night club “Number Two” e presso il “Rangio fellone” di Ischia, con la formazione il “Duo Caprese“. Interrotto lo studio del piano, per la contrarietà della sua docente a che si dedicasse alla musica leggera, nel 1956, dopo un’apparizione televisiva nella trasmissione “Primo applauso“,condotta da Enzo Tortora, nella quale interpreta i brani: “Cry” e “Tu vuo’ fa’ l’americano”, sempre con Falconeri alla batteria, e con Pino Amenta al basso, Mario Cenci alla chitarra e Gabriele Varano al sax, fonda il complesso de “I Capri Boys“, ispirato ai gruppi rock americani di quegli anni, con il quale riarrangia le canzoni del repertorio classico partenopeo e americano. Notato nel 1958, da un dirigente della casa discografica Carisch durante una serata in un locale di Ischia, il gruppo viene scritturato e parte alla volta di Milano per incidere un album con dieci canzoni. Quindi, preso lo pseudonimo artistico di “Peppino di Capri“, registra i 45 giri: “Don’t ply the song“, “Let me cry”, “You’re divine dear”, “Pummarola boat” “Nun è peccato“, (canzone, quest’ultima, scritta da Ugo Calise), “‘Mbraccio a mme”, “Malatia”, nelle quali innesta, su sonorità della musica partenopea , le sonorità e i ritmi del mambo e del cha cha cha. Nel 1959, incise cover di successi del Festival di Sanremo, raccoglie largo consenso, registrando il classico napoletano del 1905, “Voce ‘e notte“, seguito, nel 1960, da “Nessuno al mondo“, versione italiana di “No arms can ever hold you”, “Nun giurà“,brano di Armando Romeo, (già autore di “Malatia“), riedizione in chiave di ballata sudamericana, “Io te vurria vasà”, rielaborazione del classico partenopeo del 1899, e “Per un attimo”. Nel frattempo, debuttato anche nel cinema, recita in diversi “musicarelli”, al fiaco di Mina e in commedie come: “Maurizio , Peppino e le indossatrici” di Filippo Walter Ratti, con Maurizio Arena, nella quale interpreta le canzoni “Vicino ‘o mare” e “Lassame“. Nel 1961, incisi ancora dei successi e delle cover: “Ciento strade“, “Stanotte nun durmi“, “Parlami d’amore Mariù”, “Cinque minuti ancora”, sposal’indossatrice Roberta Stoppa e parte in tournée per gli Stati Uniti, esibendosi presso la Carnegie Hall, e per l’America Latina. In quello stesso anno, lanciata la moda del Twist e delle giacche in lamè, registra il brano “Let’s Twist Again“, inciso qualche mese prima in USA da Chubby Checker, che si classifica al primo posto della hit parade per svariate settimane , vendendo un milione di copie, e successivamente usato come colonna sonora della pellicola, in cui interpreta un cameo, “Twist, lolite e vitelloni” di Marino Girolami. Nel 1962, riscosso un vasto successo con i brani “Don’t play that song”, “St. Tropez twist” e “Speedy Gonzales“, realizza un tour in Germania ,ultimato il quale partecipa e vince al Cantagiro con la canzone “Non ti credo“. Tuttavia, è solo nel 1963 che scala le classifiche con la melodica “Roberta“, dedicata alla moglie, seguita da “Baby“, versione italiana di “Be my baby“. Ottenuto il quarto posto alla manifestazione canora “Un disco per l’estate“, con la canzone “Solo due righe”, nel giugno del 1965, insieme con il suo gruppo e con i New Dada e il cantante Fausto Leali, apre i concerti italiani dei Beatles. Incise le cover: “Girl”, “Melancolie“, “La lunga strada”, “Morire a Capri”, brano, quest’ultimo di Gilbert Bécaud, fra il 1966 e il 1967 , partecipa per la prima volta al Festival di Napoli, con i brani: “Lucia” e Ce vo’ tiempo“, quest’ultima presente nel film “Operazione San Gennaro” di Dino Risi e, al Festival di Sanremo con la canzone “Dedicato all’amore“, che non raccoglie il consenso sperato. Poi, nel 1968 e nel 1969, registra i brani : “E’ sera”, composta dal paroliere Claudio Mattone, presentata in gara a Un disco per l’estate, e “Tu”, prima canzone scritta da Mimmo di Francia, intepretata a “Canzonissima“. Allontanatosi per un periodo dalle scene, per via della separazione dalla moglie, nel 1970 , fonda la sua etichetta discografica, la “Splash” ,vince il Festival di Napoli con “Me chiamme ammore” di Mimmo Francia e registra l’album “Napoli ieri-Napoli oggi”. Nel 1971, conosciuta Giuliana, divenuta ben presto sua seconda moglie e madre dei figli Edoardo e Dario e, avuto dalla prima moglie Roberta il figlio Igor, torna sul palcoscenico del “Festival della canzone italiana” con il brano di Pino Donaggio “L’ultimo romantico“. Poi, incisi i brani: “Musica”, “Frennesia”, “Amare di meno”, sigla della trasmissione tv “Rischiatutto“, condotta da Mike Bongiorno, “Una catena d’oro”, “Solo io” e “Magari“, nel 1973 vince il Festival di Sanremo con la canzone “Un grande amore e niente più“,su testo di Franco Califano” e lancia il brano “Champagne“, composto da Mimmo di Francia, su versi di Jodice e Depsa. Di nuovo in gara a Un disco per l’estate con le canzoni: “Amore grande, amore mio” e “Piccolo ricordo“, e al Festival di Sanremo con il brano “Non lo faccio più“, nel 1977 riconquista le classifiche con “Incredibile voglia di te“. Confermatosi protagonista della musica leggera italiana anche negli anni Ottanta e Novanta, pubblica le canzoni: “Tu cioè“, “E mo’ e mo’” , “Sognatore” e “Ma che ne sai…( se non hai fatto il pianobar”), presentate al Festival di Sanremo del 1987 e del 1995, “Incredibile voglia di te“, “Mambo” e “Ammore scumbinato“. Reduce dalle partecipazioni al “Festival dei fiori” con i brani : “Pioverà” e “La panchina” e, insignito dell’onorificenza di Commendatore all’Ordine al merito della Repubblica italiana dal capo dello Stato Carlo Azelio Ciampi ,nel 2006 compone la colonna sonora della serie Tv di Rai Uno, “Capri” e nel 2008 festeggia i cinquant’anni di carriera musicale con uno spettacolo al Teatro Alfieri di Torino. Nel 2013, pubblicato l’inedito “‘A voglia ‘e cantà“, in occasione del quarantesimo anniversario della canzone “Champagne“, registra una nuova edizione, accompagnata da un cartone animato,sceneggiato dallo stesso Di Capri e da Mimmo di Francia e diretto da Fulvio Iannucci, e realizza una tournée in Brasile. Compiuti gli ottant’anni e festeggiati i sessanta di carriera, nel luglio 2019 perde l’amata Giuliana, scomparsa per via di un mare incurabile. Inciso di recente il brano: “I miei capelli bianchi” e l’album “Mister….Peppino di Capri“, di sé , ha detto: “Mi identifico nel sognatore. Sogno ancora che resti la melodia, l’emozione, una musica oltre il plug-in che aggiusta le voci e crea il successo facile. Io, a 13 anni, la notte, cantavo nei night ,poi andavo a scuola, studiavo piano, mi si raccoglieva col cucchiaino. Non devo dire grazie a nessuno”.
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