Oggi le colonne dei giornali sono pieni della giornata della memoria del naufragio del 3 ottobre del 2013 al largo di Lampedusa. Noi italiani siamo i più umani al mondo. Siamo persone che ci commoviamo su tutto, eppure siamo cosi banali da farci circoscrivere dalle ideologie dei politici. Oggi si ricordano quei morti. Per carità, la vita umana è sempre preziosa ovunque essa si trovi. Però non si capisce perché nessuno ricordi mai tutti quegli imprenditori che si sono suicidati per colpa dello stato. Una pagina triste della nostra repubblica, eppure non rientra nella memoria dei politici italiani. Equitalia, voluta fortemente dai politici, mise a tappeto migliaia di imprenditori.
Qualcuno si è difeso, altri, i più deboli, si sono impiccati. Non uno: decine e decine di piccoli imprenditori decisero di togliersi la vita per non perdere la dignità di italiano. La crisi era pesante e lo stato italiano invece di aiutare distruggeva la parte sana del paese, quella che produceva in silenzio senza mai chiedere nulla in cambio. Gli toglievano, attraverso equitalia, tutto quello che era il frutto di anni e anni di sacrificio. Insieme agli imprenditori perdevano tutto anche i padri di famiglia che, purtroppo, perdevano il lavoro. Anche padri di famiglia hanno fermato la vita per non perdere la dignità. Erano disperati perché non riuscivano più a portare avanti le famiglie. Tutti uccisi da uno stato menefreghista.
Non è che oggi le cose sono cambiate, le tasse incombono, la mancanza di commesse e la crisi che continua, il lavoro che non c’è, fanno sì che gli imprenditori continuano a soffrire come cani randagi. Per fortuna sono diminuiti i suicidi in tal senso, ma le difficoltà sono rimaste tutte. Oggi si ricordano i morti di un naufragio, ma non si ricorda mai che italiani onesti e lavoratori sono morti per disperazione nella loro patria: l’Italia.