
Il piano pandemico che si sta attuando con il governo in carica composto da M5S-PD-LEU-IV innesca molte preoccupazioni in merito a questo punto: “Se le risorse sono scarse fornire i trattamenti a quei pazienti che hanno maggiori possibilità di beneficio”. Lo prevede la bozza del piano pandemico 2021-23. Siamo giunti alla frutta. Si inizia a classificare, non si sa in base a quali parametri, chi bisogna curare e chi invece si lascia morire. Una follia che non ha eguali.
In 140 pagine, la bozza indica le strategie operative da mettere in campo: garantire mascherine e Dispositivi di protezione, effettuare esercitazioni ma anche elaborare la catena di comando (chi fa che cosa) e provvedere a “piattaforme” per il rapido sviluppo di farmaci antivirali antinfluenzali e vaccini pandemici contro virus influenzali aviari che si dimostrino in grado di passare all’uomo. Si prevedono misure di prevenzione e controllo azioni di monitoraggio dell’attuazione del piano stesso. Fondamentale sarà garantire la disponibilità di forniture annuali di vaccino contro l’influenza stagionale da fonti nazionali o internazionali e disporre e mantenere una riserva nazionale/regionale di farmaci antivirali durante la fase inter-pandemica definendo le modalità di accesso alle riserve.
Quello che non si può accettare in nessun modo è quello riferito alla possibilità di non curare tutti in caso di mancanza di risorse. Vale a dire, come insegna la medicina, curare tutti allo stesso usando ogni tentativo possibile per salvare una vita umana, possa essere essa giovane o anziana, con o senza patologia. La mancanza di risorse non può influire sulla vita delle persone, uno stato serio non classifica le persone facendole diventare un oggetto da cestinare in caso non ci sono fondi per curarlo, dando priorità ad altri, come se fossero due oggetti: uno si può buttare l’altro lo possiamo usare. La vita umana va rispettata al di là di ogni riferimento economico. La vita umana va difesa e salvata sempre.
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