
I politici di maggioranza non appena succede qualcosa in Europa, subito iniziano il gioco del bravo, applausi, stima e affetto, nei confronti del premier. Insomma, le solite chiacchiere da marciapiede esterno a Palazzo Chigi. Niente di nuovo, solo e saltando propaganda. Ma gli italiani non sono più così tanto stupidi, anche perché, ora, toccano con mano la situazione.
Nessuno vuole ammettere che l’Europa è un “cancro” enorme, che ha colpito il nostro paese, e le metastasi lo stanno trascinando verso la fine come avviene nei più ignobili tumori. Ma la politica italiana, perlomeno quella di sinistra di cui l’attuale governo è la bandiera, continua a difenderla, a osannarla, sembra che quello che ha fatto finora sia stato tutto bello, mentre la realtà è che ci ha abbandonati. Ormai sono due mesi che discutono in seno europeo, ma di concreto non si è realizzato nulla. Solo chiacchiere.
Ieri l’Europa doveva dare il segnale definitivo, invece tutto continua a trascinarsi, e solo a metà a maggio si saprà qualcosa. Il segnale dato è stato non solo debole ma anche del tutto superfluo. Il Consiglio europeo di ieri è stato solo un vertice, un incontro virtuale e interlocutorio per portare ad un compromesso capace di illudere i cittadini europei, e così è stato. Il compromesso porta sempre la firma di Angela Merkel e la controfirma di Emmanuel Macron, i due registi di questa “maledetta” Europa. L’Italia rimane la vittima prediletta. I cittadini europei sono straziati da una crisi legata al coronavirus che rischia di mettere in ginocchio la già fragile tenuta sociale ed economica del continente, e mentre loro attendevano risposte definitive, i politicanti europei hanno continuato a parlare senza decretare nulla.
Il Recovery Fund, si è tradotto esclusivamente in un impegno “a impegnarsi”. Il Consiglio europeo ha semplicemente detto di impegnare la Commissione von der Leyen a stilare un piano per l’attuazione di questo fantomatico fondo che già adesso vede divisa l’Europa, infatti la Merkel ha detto “c’è disaccordo”. Nonostante le esultanze da stadio della maggioranza, il Premier Conte ha fatto una conferenza stampa di pochissimi minuti. Gli eurobond non ci sono stati, depennati da qualsiasi ordine del giorno. Impegno futuro che fa a cazzotti con la realtà attuale e non si può attendere: la crisi è attuale non futura, e i soldi servono ora, non domani. C’è poco da cantare vittoria, gli unici che possono farlo sono la Germania e la Francia, che continuano a pilotare l’aereo della UE. Si è concretizzato il valore di una struttura che ha dimostrato in pieno l’incapacità di decidere. E ora si dividerà quando bisogna decidere se il Fondo sarà in base a prestiti o in base ad altri strumenti. Ma qui l’unica cosa che c’è e su cui non ci si discosta, è la perdita di tempo. Quel tempo che italiani ed europei non hanno più.
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