
ROMA- Certo che votare oggi il PD e come votare la vecchia DC, quando ogni manovra veniva studiata per garantire l’assistenzialismo e il clientelismo politico a tutti i costi sottraendo benefici concreti all’intera popolazione. Quella che sta per giungere in aula è una manovra stile prima repubblica, dove i privilegi sono al centro dell’interesse del governo a partire dal decreto salva banche.
La novità confermata al fotofinish dell’obbligo, proposto dal Pd, di accettare i pagamenti elettronici anche per piccoli importi, compresi da luglio i parchimetri, salvo che non ci sia “oggettiva impossibilità tecnica” a installare i dispositivi di lettura di carte di credito e bancomat. Una manovra porcata quella messa in campo dal governo PD-NCD: la legge di Stabilità è rimasta intatta nel suo impianto, ma appesantita da una miriade di micro-norme settoriali o specifiche per singoli territori (da tutele per i masi trentini ai 20 milioni per garantire i collegamenti aerei alla Sicilia, passando per gli immancabili operai forestali della Calabria), insomma, invece di ridurre la spesa sembra che il governo ha pensato ad aiuti ben specifici. Sulle banche, con l’assorbimento del decreto per il salvataggio dei 4 istituti in crisi e la creazione del fondo di “solidarietà” per i risparmiatori con obbligazioni subordinate diventate carta straccia. Ma sono tanti altri i cavilli inseriti nella manovra di stabilità che solo a lavori ultimati si riuscirà a capire in pieno tutte le norme modificate e nuove che contiene la manovra.
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