
ROMA- In ogni dittatura il tiranno si circonda di uomini fidati in modo tale che al sua sicurezza personale e di potere non possa essere mai in pericolo. In questa nuova repubblica guidata da un uomo che non ha mai ricevuto mandato dal popolo, si sta consumando una pagine triste della democrazia. Si stanno facendo provvedimenti che mettono a rischio la tenuta della democrazia cosi come costruita dai padri costituenti.
La legge di Stabilità 2016, la seconda del governo di Matteo Renzi, presenta due lacune. È fatta in larga parte in deficit. Poi sposta molti problemi su Regioni e Comuni, che – seguendo un altro circolo vizioso ben conosciuto in Italia – si rifaranno con i contribuenti attraverso la fiscalità locale. Ecco, il signor renzi propaganda l’abbassamento delle tasse come hanno fatto i suoi predecessori, ma alla fine saranno gli enti locali a metterle per far quadrare i bilanci.
Ci sono troppe anomalie nella nuova legge di stabilità che portano dritti all’aumento delle tasse negli enti locali, a partire dalle regioni poiché il blocco delle addizionali Irpef e Irap non vale per le Regioni con la sanità in rosso, che sono Lazio, Abruzzo, Campania, Molise, Sicilia, Calabria, Piemonte, Puglia: significa che i presidenti delle Regioni potranno rifarsi con i cittadini e recuperare i tagli decisi a livello nazionale al fondo sanitario nazionale.
Gli amministratori locali avranno un altro punto dove poter attingere direttamente dalle tasche dei cittadini. E riguarda principalmente la tassa sui rifiuti. Proprio i rifiuti sono stati una parte consistente che ha riempito le casse dei comuni. Essa negli ultimi anni è lievitata di parecchio diventando una tassa d’oro. Secondo un stima della Cgia, dal 2010 a oggi, per una casa di 120 metri quadri, è aumentata del 25%. Si tratta di una media, per le sole abitazioni. Per alcuni settori produttivi, come l’ortofrutta, è cresciuta del 48%. Possibile che i Comuni, a corto di risorse, attingano ancora una volta dalla spazzatura aumentando le tasse locali dei cittadini.
Renzi in effetti sta facendo quello che hanno fatto gli altri nel passato: se ne lava le mani facendo apparire se stesso e il suo governo come quello che sta diminuendo le tasse, ma attraverso i numerosi tagli impone ai sindaci di fare quello che lui non vuole fare per non perdere consensi. Insomma, è la solita minestra che dobbiamo mangiare perché ormai in Italia la democrazia è quasi finita, l’esattore non è più lo stato, ma i sindaci e i presidenti di regione delegati dal premier.
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