
ROMA- Onestamente mi fa troppa rabbia vedere gli attori della politica di governo esultare sui numeri dell’Istat sull’occupazione. La rabbia c’è perché in effetti ci sono troppe situazione che vanno in contraddizione tra di loro: da una parte i numeri dell’Istat e l’esultanza del governo, dall’altra uno scenario di grandi aziende che stanno per mandare a casa i propri dipendenti.
Il numero di queste aziende è alto. Si parte dall’Ilva che ha disposto un esubero per 4000 mila dipendenti. Per poi passare alla storia Melegatti che ha predisposto un piano di esuberi. Per non parlare dei gelati che ha colpito i lavoratori della Froneri, ex-Nestlè, contro l’annunciata chiusura dello stabilimento di Parma. La Nestlè ha previsto e stra-confermato oltre 340 esuberi (tra ricollocamenti e bonus per dimissioni volontarie). C’è da scrivere un libro sulle aziende in difficoltà che stanno tagliando sul personale. Ma c’è un mero sproporzionato di piccole e medie imprese che stanno chiudendo, commercianti pieni di debiti, artigiano al collasso. Si può andare all’infinito.
E mentre migliaia e migliaia di famiglie non dormono la notte per paura di ritrovarsi senza un lavoro, i politici di questa inutilissima maggioranza esultano su numeri che non sono per niente favorevoli alla garanzia lavorativa, perché si tratta di contratti a tempo. Il dato certo è quello appena elencato e non l’esultanza dei signori del condominio Montecitorio. Perché se aggiungiamo la questione lavoro al sud, allora parliamo di un disastro terrificante. Il signor Renzi la deve smettere di esultare inutilmente facendo credere che lui ha slavato il paese, perché lui ha completato la distruzione avviata da Monti, e non c’è cattiveria più grande che far credere il contrario della realtà.
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