
I principi di assoluta democrazia ormai non esistono più. Il mondo che ci è stato consegnato si sta ripercuotendo contro noi stessi. In trent’anni hanno costruito un sistema orientato ai bisogni del potere lasciando ai margine del degrado morale e civile i cittadini. Noi, dal canto nostro, abbiamo applaudito a tutto ciò che ci veniva fornito, ignari che era una finzione per poi trasformarci in vittime del sistema. Non ci siamo resi conti che stavamo diventando schiavi senza via d’uscita.
La tecnologia che ci è stata offerta non serviva per migliorare la nostra vita, se siamo onesti affermiamo che ci ha distrutto la vita, ma serviva a pilotare in futuro la nostra esistenza. Ci abbiamo creduto, ingenuamente, ma ora le cose si stanno trasformando fino a trascinarci verso confini che rendono la quotidianità un’insolita camminata sui carboni ardenti.
Ci hanno donato i telefonini, ed essi sono diventati una macchina perfetta per intercettare ogni nostro movimento. Ci hanno regalato i social, che dovevano servire ad avvicinare il mondo, ma in effetti hanno allontanato le persone, oltre ad essere divenuti un perfetto incubatore di idee altrui, quelle che servono per adescare le masse. Ci hanno regalato le carte elettroniche a debito che non hanno fatto altro che indurci ad indebitarci rendendo la nostra vita impossibile. Ci hanno regalato i bancomat, comodi, ma alla fine sono serviti per farci spendere di più.
Tutti strumenti che oggi si ripercuotono contro di noi, perché quel potere che ha confezionato tutto ciò sapeva già in partenza che era l’unico modo per schiavizzare i popolo. Oggi vogliono toglierci il contante, privandoci di uno strumento che regala quel pizzico di riservatezza che ci è rimasto. Con la tecnologia stanno veicolando la nostra esistenza verso orizzonti di cui noi, oggi, non conosciamo la fine. La nostra vita è una macchina pilotata che guarda in una sola direzione. Se non c’è lavoro poco importa; se ci sono persone che vivono ai margini della povertà poco importa. Le difficoltà dei popoli passano in secondo piano, al centro di tutto non c’è più il cittadino, il tutto ruota intorno ad un potere che agisce in silenzio e, attraverso ciò che ha costruito, impedisce a noi di poter dire di no.
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