
ROMA – Gli incendi di impianti di trattamento rifiuti sono in aumento. Sono raddoppiati nell’arco di tre anni. Spesso sono discariche, spesso sono capannoni che stoccano i rifiuti della differenziata. Incendi di capannoni in tutta Italia non si contano più, purtroppo non si capisce perché i rifiuti della differenziata, che dovrebbero essere riusati, finiscono per rimanere per anni allo stesso posto, e solo quando scoppia un incendio si grida allo scandalo.
È importante compiere controlli fisici nelle aziende, dunque andando sul posto, e non limitarsi a quelli documentali, prestando particolare attenzione anche al tipo di assetti societari. Per la Commissione antimafia c’è il rischio che, per risparmiare, alcuni imprenditori finiscano con infiammare le tonnellate di rifiuti stoccate nei loro impianti. Una verità che scotta, e che va combattuta per evitare disagi e particolari anche di natura sanitaria che colpiscono intere popolazioni ogni qualvolta si sprigiona un incendio.
Ogni capannone il più delle volte custodisce il doppio se non il triplo dei rifiuti pericolosi e non. Solo dopo l’incendio però la verità viene a galla. Non solo, dalle inchieste alla fine non esce mai un vero colpevole, e spesso tutto viene archiviato e non c’è mai un colpevole, se non in casi sporadici.
Il problema che noi produciamo rifiuti a ritmo industriale, quindi stoccarli tutti non è un’impresa facile. Bisogna trovare soluzioni diverse che vanno ben oltre lo stoccaggio: o i rifiuti si riutilizzano alla stessa velocità con cui si producono, o vanno bruciati per evitare che vanno lo stesso in fiamme ma in maniera meno pulita.
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