
ROMA- Siamo a pochi giorni dalla consegna delle liste e l’inizio ufficiale della campagna elettorale, la macchina politica dei partiti si è messa in moto cercando di andare a catturare voti per essere rieletti. Le elezioni però non sono un campionato di calcio, dove sugli spalti ci sono differenti tifoserie. Le elezioni sono una competizione dove sugli spalti c’è un solo popolo che attende fiducioso che qualcosa cambi. Questo popolo è il popolo italiano.
Finora in giro si sente solo parlare della “farlocca” Europa. Tutti la difendono, anche quelli che fino a ieri volevano uscire dall’euro. Tutti difensori di un qualcosa che non esiste, se non solo sulla carta. Nei patti stipulati tra politici, l’Europa non è altro che un insieme di politici mandati lì a governare altri stati di cui non conoscono nulla. Assurdo. Gli stati uniti d’Europa non esistono e non esisteranno mai. Siamo troppo differenti tra noi.
Quando gli stati uniti d’America partecipano ai mondiali di calcio, lo fanno con un’unica squadra e sotto un’unica bandiera. Noi falsi stati uniti d’Europa lo facciamo con tante squadre e con tante bandiere. Ci tifiamo contro, e detestiamo la squadra d’Europa che è nostra avversaria nonostante facciamo parte tutti della fantomatica Europa. Un esempio semplice ma significativo. Siamo diversi, e questo lo sanno bene anche i politici europei, ma solo che gli interessi che ruotano intorno a quest’euro sono enormi e vanno tutelati prima dei cittadini.
I politici italiani imparino a rispettare il popolo italiano, che è un popolo a se, e non ha nulla a che vedere con l’Europa. Finora non è stato fatto. I politici italiani hanno rispettato i voleri dell’Europa demolendo quello degli italiani. Hanno distrutto un popolo per correre dietro alle bizze della Germania, un popolo a se, distante e differente dal popolo italiano. La Germania ha dettato condizioni, e i politici italiani si sono calati le brache ed hanno accettato tutto in nome dell’Europa. Il risultato: i tedeschi stanno bene e gli italiani scivolano sempre di più verso la povertà.
Rispettate il popolo italiano, che è un grande popolo, ma è vittima di una classe dirigente che non ha saputo tutelare gli interessi dei propri cittadini.
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