Gennaio 2019. Matera (capoluogo della Basilicata). In un ristorante vicino alla Chiesa di Santa Maria di Idris, costruita sulla Civita, sperone roccioso più alto della città, l’attore e regista, Rocco Papaleo, originario di Lauria, piccolo comune in provincia di Potenza, sta cenando con un amico di infanzia, rincontrato, in occasione del suo ritorno nella Regione, per motivi di lavoro. L’attore, infatti, si appresta a partecipare alla trasmissione di Rai Uno, “Matera 2019- Open Future”, spettacolo inagurale dell’evento: “Matera Capitale Europea della Cultura 2019”. “Uè, guarda chi si rivede…Nientepopodimenoche: Rocco Papaleo, in persona!”, esclama entusiasta l’amico, continuando: “…Era da un po’ che non venivi, eh, Rocco?!…dai tempi del film che hai girato qua…Cos’era, il 2010?…Oh, non ci posso credere che stai di nuovo tra noi!…Senti, mò, però, mi devi dire la verità : quanto ti manca , là, a Torino, la cucina materana?…”. “Eh, in effetti, la mancaza si avverte!…anche perché, là, a Turìn, dove vivo, non si sentono questi effluvi…’sti profumi che ti riconciliano con il mondo!…” , replica Papaleo. “Signori, eccomi, sono tutto vostro!”, li interrompe il proprietario del ristorante, avvicinandosi al tavolo. “Oh, Giannino, era ora!…non ci speravamo più!… E’ vero che c’è un sacco di gente, stasera…ma guarda chi ti ho portato? : Rocco Papaleo, l’attore più famoso della Basilicata!…Senti, comunque, a parte tutto, siccome cucini troppo bene, ti perdoniamo!…Rocco è vero che lo perdoniamo?…”, domanda l’amico all’artista. “Certo, senza alcun dubbio!…soprattutto perché la fame è fame…e io stamattina, per via delle prove, ho già saltato il pranzo…quindi, speravo almeno di rifarmi con la cena!…Quanto al menù, non vi preoccupate: io mangio tutto!…stasera, poi, magerei pure il tavolo!…”, ironizza l’attore. “Ah, perfetto!…Non ti preoccupare, Rocco, ci penso io!…Stasera poi, capiti proprio bene!…Il piatto speciale della serata sono i “fusilli con la mollica””, annuncia il proprietario del locale, spiegando la ricetta, “In una padella scaldo un cucchiaio di olio, lo insaporisco con un pizzico di peperoncino e le acciughe. Poi, unisco la mollica di pane sbriciolata e mescolo fino a quando le acciughe risultano disfatte e, infine, quando i fusilli sono cotti, aggiungo un po’ d’acqua della cottura e trasferisco la pasta nella padella con il condimento!…Che ne dici, Rocco, ti piace?…”. “Sì, Giannino, il piatto, solo a sentirne la descrizione, sembra buono, buonissimo…però, prima… ti posso chiedere un piacere?…mi prepareresti una bruschetta con olio e pomodo?…l’olio, mi raccomando: deve essere quello extravergine, quello “dei Sassi”!…”, fa la sua richiesta Papaleo. “Una bruschetta con l’olio extravergine “dei Sassi”?…Va buò, sta bene così!…Allora un antipasto per uno e poi, fusilli per due!…”, segna stupito, sul suo taccuino, il proprietario, domandando prima di andare via: “Senti, Rocco, toglimi una curiosità: ma perché la bruschetta deve essere proprio con l’olio “dei Sassi”?…”. “Eh, Gianni’, perché?…perché, quel sapore è il sapore dell’infanzia!…Mamma, quando ero piccolo, il pomeriggio, mi preparava sempre un pezzetto di pane con un filo d’olio “dei Sassi”…”, racconta commosso, l’attore, chiosando: “…E’ un modo per risentire un po’ il sapore di casa!…In fondo, pure se mò sono diventato nazionalpopolare, resto sempre un ragazzo di provincia!”.
“Il successo, naturalmente, fa piacere, ma resto un ragazzo di provincia. Continuo a credere nel pudore della felicità”. Con queste parole, l’attore e regista, Rocco Papaleo descriveva qualche anno fa, in un’intervista rilasciata a un settimanale, il suo rapporto con la notorietà. Nato a Lauria, in provincia di Potenza, (Basilicata), il 16 agosto del 1958, da un impiegato statale e da una casalinga, dopo gli studi liceali, si trafserisce prima a Cosenza e poi a Roma,per frequentare l’Università. Iscrittosi alla facoltà di Ingegneria e successivamente a quella di Matematica, tuttavia, non completa gli studi, per dedicarsi alla sua vera passione: la recitazione. Quindi, esordito in teatro nel 1985, con lo spettacolo “Sussurri rapidi”, diretto dal regista Salvatore di Mattia, si fa notare negli ambienti della Televisione, debuttando sul piccolo schermo, in veste di comico, nel varietà di Canale 5 “Ewiva” e nella serie di Italia Uno “Classe di ferro”. Poi, dimostrata una certa capacità di passare dal genere comico al tragicomico, viene scritturato anche da registi cinematografici, partecipando, così, fra il 1989 e il 1994, a numerose pellicole “impegnate”(“Il male oscuro” di Mario Moncilli, “Senza pelle” di Alessandro D’Alatri, “Con gli occhi chiusi” di Francesca Archibugi). Tuttavia, la grande popolarità arriva soltanto nel 1995, quando prende parte ai film :“I laureati”, di Leonardo Pieraccioni, e “Ferie d’agosto”, di Paolo Virzì. Alternato per tutto il decennio Novanta, il cinema (“Il barbiere di Rio” e “Viola bacia tutti” di Giovanni Veronesi , “Cresceranno i carciofi a Mimongo” di Fulvio Ottaviano, “Del perduto amore” di Michele Placido e “La bomba” di Giulio Base) alle serie TV (“Quelli della speciale” di Bruno Corbucci), nel 1997 interpreta per la prima volta un ruolo da protagonista nel cortometraggio “Senza parole” di Antonello De Leo, pellicola candidata al Premio Oscar e vincitrice di un David di Donatello. Tornato dal 2000 alla commedia leggera( “Volesse il cielo!” di Vincenzo Salemme, “Il pranzo della domenica” di Carlo Vanzina, “Il paradiso all’improvviso”, “Ti amo in tutte le lingue del mondo”, “Una moglie bellissima” e “Io e Marilyn”, tutte dirette da Leonardo Pieraccioni), sorprende il pubblico e la critica imperersonando ruoli drammatici nelle serie televisive Rai “Vola Sciuscù” di Joseph Sargent e “Padre Pio-Tra cielo e terra” di Giulio Base. Vincitore nel 2005 del premio della critica al Festival Teatro Canzone Giorgio Gaber , manifestazione canora dedicata alla forma d’arte del teatro-canzone, ( ha già all’attivo la pubblicazione di un disco : “Che non si sappia in giro”), nel 2010, dirige il suo primo film da regista: “Basilicata Coast to Coast”, omaggio ai luoghi d’origine, grazie al quale si aggiudica un Nastro d’Argento e un David di Donatello come “miglior regista esordiente” e di cui cura, in seguito, un adattamento teatrale. Autore nel 2011 dello spettacolo “Resto umile World tour”, caratterista in svariate commedie sbanca botteghini, quali : “Che bella giornata” di Gennaro Nunziante, “Nessuno mi può giudicare”e “Viva l’Italia”, entrambe di Massimiliano Bruno, “Finalmente la felicità”di Leonardo Pieraccioni, “Un boss in salotto” e “La scuola più bella del mondo” di Luca Miniero , fra il 2015 e il 2017, dà nuovamente prova di possedere qualità di attore drammatico, recitando nelle pellicole: “Il nome del figlio” di Francesca Archibugi e “The Place” di Paolo Genovese. Nuovamente dietro la macchina da presa, per girare i film: “Una piccola impresa meridionale”, (tratto dalla sua prima opera letteraria, divenuta poi, uno spettacolo teatrale), e “Onda su onda”, nel 2012 affianca Gianni Morandi nella conduzione del sessantaduesimo Festival di Sanremo. “Sentimentalmente dipendente” dal suo unico figlio, avuto da una scenografa italo-svizzera, di recente nelle sale con il film di Giovanni Veronesi “Moschettieri del re-La penultima missione” e in televisione , con lo spettacolo-evento “Matera 2019- Open Future”, trasmesso da Rai Uno, in occasione dell’evento: “Matera Capitale Europea della Cultura 2019”, prossimo alla conduzione del DopoFestival, ha detto di sé : “Bravo, io? Non ne sono così convinto. Se avessi fatto il calciatore, avrei fatto meno fatica a misurare il mio talento. Come quando, trent’anni fa, al torneo estivo di calcio di Lauria, il mio paese, feci 11 gol in 9 partite. Lì, sì, che mi sono sentito bravo davvero. Chi sono, da dove vengo, questo pensiero non mi abbandona mai. Quando sento il bisogno di un’iniezione di amor proprio, di una botta d’adrenalina, ci penso subito. E’ un esercizio”.