
ROMA- Definire il PD il più della volte è cosa difficile. Credo che la versione giusta del populismo è sempre la stessa: lo sei se non la pensi come loro. Il Partito Democratico senza il più grosso inciucio della storia repubblicana non avrebbe mai governato questo paese. Per sfortuna l’ha fatto, ed ha distrutto pure una nazione. Il PD senza i fuoriusciti di Forza Italia non sarebbe mai stato in grado di guidare un governo. Alla fine della legislatura, addirittura, dovette chiedere l’appoggio anche a Denis Verdini, ed ho detto tutto.
Ma torniamo un po’ indietro, altrimenti i populisti Dem non capiscono nulla. La fine delle elezioni politiche del 2013 sancì due vincitori: uno, il M5S che divenne il primo partito. Due, la coalizione di centrosinistra che vinse le elezioni. Bersani, uscito vittorioso, non aveva i numeri per governare. Il M5S come prima forza politica, non aveva i numeri per governare. Bersani ebbe l’incarico di formare un governo. Chiamò a raccolta tutti, quindi anche il M5S che spiegò a Bersani di non voler fare inciuci con nessuno e se il PD voleva poteva appoggiare, anche dall’esterno, un governo a cinque stelle attuando un programma di cose da fare. Apriti cielo, non l’avessero mai detto. Però, chi perse, fu Bersani, che dopo quasi un mese gettò la spugna.
Il povero capo dello stato rifece le consultazioni, e riuscì a mettere su il più grande inciucio della seconda repubblica. Va detto che di inciuci l’allora capo dello stato era un maestro, visto che durante la prima repubblica ne aveva fatti tanti con il suo Partito Comunista insieme alla Democrazia Cristiana. Ma torniamo a noi, l’inciucio confezionò un governo a guida PD con l’appoggio dei fuoriusciti di Forza Italia e una frangia di Scelta Civica, tutto il resto divenne opposizione.
A guidare il governo è Enrico Letta, gran signore politico, uomo corretto e onesto, figura di spessore del PD. Sembrava che la quadra si era chiusa e tutto procedesse alla perfezione. Letta ci mise il suo, l’impegno fu massimo, ma all’improvviso esce fuori un tale Matteo Renzi “detto il fiorentino” che, da segretario del PD, iniziò a fare le pulci a Letta. Tanto che a distanza di un anno e mezzo si dimise per volere di “Matteo il fiorentino”. A questo punto il grande “statista” della politica italiana, si impossessa del governo italiano senza nemmeno essere eletto, solo perché è segretario del PD rivendica il diritto di essere lui il premier.
Una volta a palazzo Chigi fa il doppio inciucio e fa fuori pure Berlusconi dopo il patto del Nazareno, quindi diventa traditore e persona poco affidabile, raccattando a più non posso tra gli uomini e donne di Forza Italia per formare il suo governo. Ci riesce, inizia a governare. Un disastro dietro l’altro. Il peggior governo della storia Repubblicana. Un governo dove alla guida c’era un uomo troppo arrogante e presuntuoso. Unico nella storia della politica italiana. Per lui finisce male, tanto che dopo il referendum costituzionale deve dimettersi, perché gli italiani talmente detestano le sue politiche, fanno il cappotto.
Arriva un altro governo del PD guidato da Gentiloni che, invece di spezzare l’inciucio, lo porta avanti uguale e identico a quello lasciato dal perdente Renzi. Non cambia nulla. Poi il resto della storia si conosce a memoria. Si arriva al 4 Marzo con il M5S campione d’incassi, ma non ha la maggioranza per governare. Il centrodestra è la coalizione vincente, ma non ha i numeri per governare. E il Partito Democratico è il super perdente, poiché il suo capo ha distrutto una nazione e nello stesso momento anche un partito.
Morale della favola: il 4 marzo è uscito fuori la stessa situazione del 2013. Ora il PD dice che non sta con nessuno come diceva Forza Italia nel 2013. Cosa che fece. Ma non riuscì a fermare quelli che uscirono dal partito per accasarsi sul carro del vincitore. Insomma, ora al PD succederà la stessa cosa che è successa a Forza Italia, e fra qualche anno si ritroverà nel PD solo Matteo Renzi. Come si dice: una volta per ciascuno non fa male a nessuno, e come fai così ti sarà fatto.
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