
ROMA- Per anni hanno gongolato sulla pelle degli italiani. Hanno fatto guerre, insieme ai sindacati, per le pensioni dei comuni mortali, ma per loro si sono fatte leggi perfetti per godersi pensioni da favola. Leggi perfette, confezionate a misura di politico, tanto che oggi paghiamo vitalizi a gente che non ha versato mai un euro di contributi.
Ora sta arrivando la fine per tutti questi privilegi a discapito di chi vive con una pensione di 530 euro al mese, mentre un politico arriva pure a percepire retribuzioni pensionistiche di oltre cinquemila. Il M5S presenta il primo conto della promessa sui vitalizi. Presenta la proposta per abbassare la pensione ad un migliaio di ex parlamentari (e alle loro vedove, laddove defunti). Un primo passo verso la normalizzazione e verso il rispetto nei confronti degli italiani.
Ieri Roberto Fico ha illustrato all’Ufficio di presidenza di Montecitorio la sua proposta di delibera, che verrà votata tra il 9 e il 13 luglio e, se approvata, entrerà in vigore a partire dal prossimo novembre. La nuova norma prevede il taglio ai soli ex deputati, 1338 per la precisione, che si vedrebbero ricalcolare l’assegno mensile in base al sistema contributivo, che è in vigore dal 2012 per i parlamentari delle ultime legislature.
Si calcola che saranno quaranta milioni di risparmi, e sarà un passo decisivo per il superamento definitivo dei privilegi della casta. Ora, però, c’è già chi grida allo scandalo, di parla di incostituzionalità della norma. È chiaro che adesso tutti cercano un cavillo per evitare di perdere soldi preziosi. I primi che annunciano battaglia sono gli ex deputati messi nel mirino. Già ieri hanno annunciato battaglia e sono pronti ad una class action affinché i loro privilegi non si toccano. Questo passaggio per la vita del paese è fondamentale, poiché evita una differenza di trattamento tra un cittadino comune e chi invece è stato eletto in parlamento ed ha ottenuto privilegi su tutti i fronti.
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