ROMA- Nessuno vuole capire che gli immigrati vanno aiutati nelle loro terre e non certamente continuare a farli sbarcare in Europa. Specialmente in Italia la situazione è critica: da un alto c’è la disperazione degli italiani a non poter andare avanti per colpa dell’imperante crisi economica e mancanza di lavoro, dall’altra c’è il governo che tenta di arginare il continuo flusso di immigrati che arrivano sulle nostre sponde. Assumendosi i costi per sostenerli e garantirgli l’accoglienza dovuta. Purtroppo non siamo in grado di accogliere e bisogna trovare una strada che riesca a sostenerli nelle loro terre e aiutarli a liberarsi dalle dittature e dal terrorismo. Invece il ministro dell’Interno Angelino Alfano ha messo a punto un nuovo piano per gestire l’imponente flusso di immigrati che arrivano in Italia. I richiedenti asilo verranno distribuiti su tutto il territorio del Paese con una media di due o tre per ogni mille abitanti, e tutti nei piccoli comuni. Per placare l’ira dei Comuni il Viminale è pronto inondare di soldi le casse degli enti locali. Di sicuro non è questa la procedura per liberare l’Italia e tutta l’Europa da questa catastrofe umanitaria dell’immigrazione.
Il piano, anticipato oggi dalla Stampa, I punti chiave del piano Alfano hanno l’obiettivo di migliorare la gestione e l’integrazione di profughi e migranti – che al momento sono quasi 136 mila – ma anche quello di sostenere i Comuni che li accolgono. Anche attraverso un allentamento del Patto di Stabilità. Lo scopo è quello di favorire una maggiore adesione alla programmazione dello Sprar, il «Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati» in vigore esclusivamente su base volontaria. I Comuni che aderiranno allo Sprar (attualmente sono 800) saranno premiati con la deroga al divieto di assunzioni. Potranno cioè procedere a reclutare nuovo personale (cittadini italiani) da impiegare nei progetti di assistenza e integrazione dei migranti e richiedenti asilo. In questo modo si potrà attribuire maggiore consistenza al sistema pubblico. L’incentivo prevede una revisione della Legge di Stabilità e costituisce uno degli aspetti più determinanti, seppur spinosi, del prospetto al vaglio del ministro Alfano e dell’Anci. Un progetto ancora in via di definizione per quanto riguarda i dettagli, ma già strutturato per risolvere questioni importanti che hanno finora scatenato malumori e polemiche tra sindaci e governatori di qualsiasi colore politico.