
ROMA –Stanno dando i numeri su tutto. Tutti numeri che parlano sempre e soltanto di uno zero virgola, al massimo di un punto percentuale risicato. Sono dati che ogni giorno inondano i cittadini su una situazione economica migliore. Ma siamo sicuri? È una sensazione che sembra non toccare per niente i cittadini. Questo miglioramento non è percepito nella vita reale.
Eppure i numeri continuano ad essere diffusi a cascata, come se il nostro paese fosse in pieno di benessere. La situazione non è migliore in nessun angolo del bel paese. Il nord industriale sta messo male, figuriamoci la parte bassa del paese. Il mezzogiorno vive una situazione delicata peggiore di quella prima della crisi. Per il sud ci sono numeri imperfetti che non rispecchiano del tutto la realtà dei fatti.
C’è qualcosa che non torna. Sì, perché il sud ha una difficoltà lavorativa da far tremare i polsi. Vive una situazione di insicurezza che è andata ben oltre il limite della sopportazione. Le mafie non sono per niente sparite, anzi, si sono evolute ed oggi sono più moderne e tecnologiche. Le famiglie e le imprese sono ostaggi della ex e nuova equitalia. Le tasse locali nel mezzogiorno sono maggiori di quelle del nord. I trasporti funzionano come funzionavano un tempo le locomotive a vapore. La sanità non funziona. Ma insomma, dove sta questo benessere registrato finora?
Se l’Italia è una significa che dappertutto deve esserci benessere e le stesse condizioni di vita. Purtroppo la crisi economica dovuta all’euro non ha solo finito di distruggere il meridione, ma ha tolto al sud pure quel poco di ossigeno che arrivava dal lavoro che si andava a cercare nel nord ricco.
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