
ROMA- Il tempo degli scherzi sembra ormai finito. Ci troviamo dinanzi ad una situazione che è diventata intollerabile. Da un lato ci sono i cittadini che soffrono la fame, e dall’altro c’è uno stato che sguazza nell’oro. I cittadini non hanno lavoro, e lo stato continua a chiedergli soldi come se li avessero. Il tempo delle mele è ormai finito, o si cambia rotta o tutto il paese, o buona parte di esso, rischia di essere pignorato dal “fisco nemico”.
Il 70% di tasse non è un’utopia giornalistica, è una realtà consolidata, perché è la somma di tutte le richieste che giungono ai cittadini da parte di tutte le istituzioni presente sul territorio. Ci siamo imbarcati in una condizione che degenera quotidianamente, ed ogni governo eletto e non eletto inasprisce la tassazione.
Il 70% di tassazione non è altro che una rapina di stato a tutti gli effetti, e lo stato italiano andrebbe denunciato per “estorsione” alla corte costituzionale europea per i diritti dell’uomo. Il paradosso, che l’aumento sistematico delle tasse comporta una sofferenza maggiore per i cittadini, che si sentono oppressi e impossibilitati a pagare tutto quello che viene loro richiesto.
Prima dell’euro la tassazione era ferma al 23%, quella reale non superava il 35-40%, dopo l’euro c’è stata la catastrofe che ha portato a un’oppressione fiscale che oggi sta portando alla morte dei consumi interni e alla chiusura di migliaia e migliaia di attività imprenditoriali, commerciali e artigianali. Molte di queste tasse sono chiuse nelle varie formule studiate ad hoc da governi per fare cassa ad ogni costo. Molte di queste si trovano nelle accise, che sistematicamente vanno a ripianare i debiti regionali. questa crescente tassazione porta di conseguenza una disoccupazione infernale e priva le famiglie di poter onorare i debiti con le istituzioni. Un paradosso cui nessuno vuole tenere conto, ma chi sta rischiando grosso sono le famiglie, le imprese e i singoli soggetti, che stanno esponendo a rischio tutto quello che hanno costruito in una vita di sacrifici. Chi gode, invece, sono i politici, che con i loro lauti stipendi non comprendono cosa sta succedendo al paese.
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