
Estate 2019. Napoli, Centro storico. La cantante e musicista Teresa De Sio passeggia per gli affollati decumani,quando, giunta nei pressi di piazza San Domenico Maggiore , si ferma in un negozio di antiquariato per acquistare un vaso. Uscita, percorre alcuni metri prima di raggiungere piazzetta Nilo. Qui, a pochi passi dalla statua del dio egizio, si ferma, attratta da due artisti di strada intenti a suonare un antico fado portoghese. Attesa la fine dell’esibizione, salutata dall’applauso dei passanti, la De Sio si intrattiene a chiaccherare con la coppia di artisti, una ragazza, la cantante , e un ragazzo, il chitarrista, entrambi sulla ventina. “Complimenti, ragazzi!…Mi avete proprio commossa!…Siete davvero bravi…ma siete portoghesi, non è vero?…”, chiede la cantante, incredula di fronte alla risposta, datale dalla ragazza: “Grazie per i complimenti, signora!…ma noi siamo napoletani…Comunque, piacere di conoscerla…io mi chiamo Cristina e lui, il mio chitarrista, Manuel!…e siamo entrambi napoletani, ma ci siamo conosciuti un anno fa all’Università di Lisbona dove studiavamo per l’Erasmus…Poi, parlando, abbiamo scoperto di avere una passione in comune : il Fado, la musica popolare portoghese dichiarata dall’UNESCO patrimonio dell’umanità…e da quel giorno abbiamo deciso di suonare e cantare insieme…”. “Avete fatto bene…perché siete davvero bravi!…E’ proprio vero che ,a volte, il destino sceglie per noi!…Anch’io sono una cantante sapete?…e ho dedicato gli ultimi vent’anni della mia vita a studiare i suoni del Mediterraneo…”, racconta la De Sio, continuando: “E non solo…per un periodo ho anche approfondito proprio la musica potoghese…la “saudade”, il sentimento della nostalgia, della mancanza, della lontananza ,che è alla base di queste composizioni…Ma la verità è che ,per un musicista, per un cantante, la musica è tutta bella!…e poi ,la musica è dappertutto!…Sì, la musica è in ogni cosa!…è in tutto ciò che ci circonda…anche quando stiamo zitti…il silenzio, infatti , che cos’è ?, se non musica in assenza di parole…e anche le parole non sono che suoni…e la pioggia,quando cade, non possiede essa stessa un suono, tutto da ascoltare?…Per non parlare del mare!…che bel ritmo che ha!…con le onde e la risacca…con i suoi flutti…e, infine, il vento…in un soffio di vento, c’è la melodia del mondo!…il suono dell’Universo!…Il compito di un musicista, di un cantante, in fondo, è questo: far sentire,attraverso la propria voce e il proprio suono, la voce e il suono , le gioie e i dolori ,di tutta l’Umanità!…”.
“Questo disco rappresenta un grande cambiamento che arriva dopo cinque anni di silenzio creativo, in cui ho realizzato il disco “Teresa canta Pino”, reinterpretando alcuni dei brani più belli di Pino Daniele. In questo periodo sono accadute molte cose nella mia vita, alcune abbastanze brutte , ho perso alcune persone a cui tenevo molto, tutto questo dolore mi ha offuscato, non avevo niente di bello da dire, così ho preferito il silenzio. E’ stato un po’come scalare una montagna e mi sono resa conto di poter fare di quel silenzio e della mia sofferenza una materia di narrazione, lasciandomi andare al mio vissuto e sono nati brani come: “In un soffio di vento”. Così, la cantautrice,musicista e scrittrice Teresa De Sio, in un’intervista, rilasciata in occasione dell’uscita del suo ultimo album: “Puro desiderio“, pubblicato nel 2019. Nata a Napoli il 3 novembre 1952, trascorre l’infanzia a Cava de’Tireni con la sorella Giuliana, futura attrice. Attratta sin da giovanissima dalla musica, esordisce nel 1976 a fianco del cantautore Edoardo Bennato e del gruppo I Musicanova, avviando una ricerca nell’ambito del repertorio musicale della tradizione popolare napoletana, culminata con l’incisione nel 1978 dell’LP di genere folk “Villanelle popolaresche del Cinquecento”. Poi, nel 1980,intrapresa la carriera da solista, pubblica l’album “Sulla Terra sulla Luna“, con brani connotati da tematiche e sonorità moderne, realizzato in collaborazione con il chitarrista e compositore Francesco Bruno e con il bassista Gigi De Rienzo, cui seguono altri quattro dischi. Tuttavia, la popolarità e il successo arrivano soltanto nel 1982 con l’album “Teresa De Sio“,che nel giro di pochi mesi supera le 500.000 copie vendute. Capace di farsi ascoltare in tutt’Italia, con l’ uso armonico della lingua napoletana, scala le classifiche radiofoniche con le canzoni: “Voglia ‘e turnà“, “Aumm aumm” e “Pianoforte e voce”, destinati a diventare dei “sempreverde” della musica italiana. Quindi, nel 1983 pubblica il disco “Tre”, contenente brani quali: “E pazzielle”, “Terra’e nisciuno” e “Ario“, grazie a cui ottiene alcuni riconoscimenti e partecipa come ospite alla trasmissione televisiva Rai “Fantastico 4”, condotta dall’attore Gigi Proietti e dalla show-girl Heather Parisi, di cui canta anche la sigla di coda “O sole se ne va”. Poi, dal 1985 intraprende una ricerca sulle sonorità del Mediterraneo, dando vita, in collaborazione con il musicista, compositore e produttore, Brian Eno, all’album “Africana“, nel quale numerosi brani presentano atmosfere rock, successivamente abbandonate con il disco “Toledo e regina“, dedicato alla musica partenopea di fine Ottocento e inizio Novecento, impreziosito dagli archi di Paul Buckmaster, che rilegge i classici “Passione”, “Catarì” e “Io te vurria vasà“. Nel 1988, invece, incide il doppio album “Sindarella Suite”, contenente una vera e propria suite dal titolo: “La storia vera di Lupita Mendera”, muiscata da Brian Eno, e interpreta ,in coppia con il cantautore Ivano Fossti, la canzone “La volpe“, pubblicata all’interno del disco di quest’ultimo “La pianta del tè“. Continuato il suo percorso di ricerca delle sonorità popolari, nella prima metà degli anni Novanta, pubblica gli album: “Ombre rosse” e “La mappa del nuovo mondo”, in cui coniuga suggestioni poetiche e tematiche sociali e civili, come nei brani: “Colomba”, “Teresa stanca di guerra” e “Io non mi pento”. Fra il 1994 e il 1995, ideata una originale forma di spettacolo-canzone intitolato “Parole e musica“, che porta in giro nei teatri, interagendo direttamente con il pubblico, registra il disco “Un libero cercare” al quale collaborano il cantautore Fabrizio De André e la cantante Fiorella Mannoia. Quindi, ripresa l’attività concertistica dal vivo, ripropone i suoi brani più celebri riarrangiati dal chitarrista Sasà Flauto e dal gruppo Almonjavà e alcuni inediti ,tra cui il singolo “Rondine”, incisi nell’album “Primo viene l’amore“. Capace di mescolare tradizione e tecnologia, nel 1999 realizza il disco “La notte del Dio che balla”, frutto anche del suo studio della musica popolare pugliese e dei ritmi della Taranta, confluiti nello spettacolo di teatro-canzone “Craj”, realizzato con il supporto del compositore Matteo Salvatore e divenuto un’opera cinematografica presentata alla 62° edizione della Mostra Internazionale d’Arte cinematografica di Venezia e premiata come “migliore opera prima” e, nel 2004, registra il disco “A Sud! A Sud!” in cui recupera atmosfere malinconiche e suoni del Mediterraneo, (incide le canzoni: “Mamma Napoli, “Lu bene mio”), mescolandole alla musica brasiliana (registra “Stella”, canzone scritta con Lenine). Ancora in sala di registrazione per incidere l’album “Sacco e fuoco“, “Riddim a Sud“, progetto, quest’ultimo, che trae ispiazione dalla musica giamaicana, nella quale la stessa base di un brano creato da un artista è riutilizzata da altri cantanti e compositori per creare una nuova melodia e una canzone diversa , si cimenta anche nella scrittura, pubblicando verso la fine del 2009 per Einaudi il suo primo romanzo, vincitore del Premio Rapallo Carige come “migliore opera prima”: “Metti il Diavolo a ballare“, noir-socio-antropologico ambientato nella Puglia del Dopoguerra con protagonista una famiglia che vive tra tradizione, povertà, violenza e ignoranza, soggiogata dalla magia e dal mito della taranta che la coinvolgerà in una vicenda dove a dominare sarà l’omertà e l’ipocrisia. Nel 2011, reduce dalla trasposizione teatrale del suo romanzo, registra il nuovo disco “Tutto cambia“, senza però tralasciare la scrittura: nel 2015 ,infatti, dà alle stampe il suo secondo romanzo “L’attentissima”. Tornata sulla scena musicale dopo alcuni anni di assenza, nel 2019 pubblica l’album “Puro desiderio“. Di sé, di recente, ha detto: “Se mi guardo, vedo una donna che non ha segreti , che non abbassa la guardia, piena di desiderio d’amore e che cerca di mettere a frutto anche le cose sbagliate che ha fatto. La lezione che ho imparato dalla musica e dalla vita è che nessuno ti dà niente per niente. Ho avuto la fortuna di lavorare con grandissimi artisti, provenienti dagli ambiti più disparati della musica. Lungo il mio percorso ho incontrato tantissimi grandi artisti, tanti incontri e confronti importanti, quindi, posso dire che la musica mi ha insegnato l’arte della condivisione”.
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