
Della storia infinita delle terme di Agnano in questi giorni
si sta scrivendo un nuovo capitolo. Entra a gamba tesa il sindaco di Napoli
Luigi De Magistris che insieme al capo gabinetto Attilio Auricchio e l’assessore
Monica Buonanno ha avallato la decisione di licenziare due lavoratrici
delle Terme di Agnano perchè si sono rifiutate di sottoscrivere un
verbale di conciliazione che prevedeva la riduzione del 50 per cento dei salari
e il demansionamento.
Una decisione gravissima quella assunta dal Sindaco, perchè se da una parte –
come affermano i consiglieri Marta Matano e Matteo Brambilla del Movimento 5
Stelle – “insieme alla sua giunta organizza consigli comunali monotematici
per i lavoratori della Whirlpool presentandosi come paladino e difensore dei
diritti collettivi, dall’altra poi avalla licenziamenti, vessazioni, violazioni
contrattuali nelle aziende comunali proponendo ai lavoratori verbali di
conciliazione che prevedono la riduzione del 50 per cento dei salari e
demansionamenti.”
Intanto c’è da dire che già dal 7 Feb 2018 al 30/6/2018 i lavoratori hanno
lavorato con Terme di Agnano S.p.a al 50% percependo il rispettivo compenso e
che in data 25/6/2018 Terme di Agnano S.p.a. ha fatto firmare una conciliazione
all’ispettorato del lavoro con la quale i dipendenti rinunciavano a tutto
quanto non percepito dal 7/02/2018 al 25/06/2018, con la promessa che avrebbe
spostato 27 dipendenti in altra partecipata del Comune di Napoli ‘Asia’ e 5
impiegati in ‘Napoli Servizi’.
Eppure le Terme di Agnano è un gran bel complesso. Si
compone di un Hotel (con 64 camere) un centro benessere (che negli anni
2009/20010/ e per metà 2011 ha prodotto fatturati intorno ai € 100.000 l’anno)
un parco di piscine termali all’aperto e un reparto di terapie termali in
convenzione con il sistema sanitario nazionale.
Purtroppo ha una storia alquanto travagliata; dal 2011 in poi ha avuto continui
cambiamenti nella Presidenza, con i quali si è provato più volte a procedere al
fitto dell’Azienda, come previsto dalle leggi di governo, che vogliono la
dismissione delle partecipate che non forniscono un servizio essenziale alla
città. I bandi di gara per passare la gestione a società private sono
stati molteplici in questi anni e per ben 2 volte la struttura è stata
affidata a società dimostratesi poi non in possesso dei requisiti richiesti
tanto da far decadere gli affidamenti stessi.
A luglio 2016 c’è stato l’ultimo affidamento ad una società
privata con un fitto annuale di € 300.000.
I nuovi gestori subito utilizzarono un ammortizzatore sociale mettendo in cassa
integrazione una parte del personale, in maniera totalmente discriminante.
Finiti i primi 6 mesi proposero un nuovo ammortizzatore sociale, che però
l’Inps non ha mai accettato e attualmente è in corso un contenzioso tra la
società e l’Inps e tra i dipendenti e la società. (I lavoratori non hanno mai
percepito l’ammortizzatore e comunque hanno lavorato per un anno interno al 40%
delle ore e del corrispettivo).
Intanto la società che aveva in gestione le Terme non ha mai pagato il canone di fitto al Comune e non ha adempiuto agli obblighi contrattuali nella parte riguardante la ristrutturazione e riqualificazione della struttura.
E’ utile sottolineare che il parcheggio interno alla struttura è dato in gestione a privati, così come il parco di piscine termali e il servizio di vigilanza privata, tutte attività che potrebbero fruttare alle stesse Terme di Agnano e soprattutto impiegare lo stesso personale che a dire del liquidatore è in esubero.
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