
Sono settimane che scriviamo che i trasporti locali e non sono il principale problema per la diffusione dei contagi. I mezzi pubblici locali sono sempre super intasati, dove al suo interno è impossibile rispettare la distanza di sicurezza. Anche portare la mascherina diventa impossibile, poiché le troppe persone rendono l’aria all’interno dei mezzi soffocante.
A sollevare le preoccupazioni sono proprio le regioni, che già avevano invitato il governo ad attuare provvedimenti, come ad esempio lezioni a distanza per le scuole superiori. L’ipotesi è naufragata per via del no del ministro Azzolina che non vuole sentir parlare di didattica a distanza.
Oggi ci sarà una riunione al ministero dei Trasporti, le Regioni chiedono sussidi per 300 milioni di euro, Ridurre la capienza di bus e metro. Però secondo le associazioni di categoria, lascerebbe a piedi circa 275mila persone al giorno. Negli allegati al Dpcm viene confermata una capienza massima per il trasporto pubblico “non superiore all’80%” che però, fanno notare dal Cts, in molti casi si è già tradotta nel 100%.
Gli scienziati avevano chiesto che si tornasse ad un’occupazione del 50%. Il Cts, nell’ultima riunione con il ministro Speranza, ha ribadito “l’assoluta necessità” dei controlli su bus e metro rilanciando una serie di proposte fatte già a maggio, come lo scaglionamento degli ingressi e l’apertura delle Ztl, misure che questa volta forse verranno prese in considerazione.
Per il ministro della Salute, Roberto Speranza, “dobbiamo provare a favorire la possibilità di un rafforzamento dello smart working e incentivare le differenziazioni di ingresso negli uffici pubblici e nelle scuole”. Poi, ha aggiunto, “l’evoluzione epidemiologica chiederà chiaramente valutazioni in corso settimana dopo settimana”.
Il governo potrebbe intervenire ben prima della scadenza del Dpcm fissata al 13 novembre per adottare nuovi provvedimenti per alleggerire la pressione sui mezzi pubblici: controlli su bus e metropolitane, orari di ingresso e uscita scaglionati per uffici e scuole superiori, apertura delle Ztl, ulteriore potenziamento dello smart working. Insomma, solo ora il governo si rende conto che il trasporto pubblico è un problema di non poco conto.
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