Mar. Mar 19th, 2024

TRENTO-L´operazione, denominata “Mandinka”, ha portato alla luce un vasto traffico di droga e riciclaggio di denaro tra Rovereto e Trento gestito da un´organizzazione criminale, i cui sodali erano giunti in Italia perché richiedenti asilo per motivi politici/umanitari o di protezione sussidiaria.
Il bilancio dell´indagine è di 11 persone arrestate, 2 con l´obbligo di firma e 4 denunciati a piede libero, di cui un minore segnalato alla Procura della Repubblica per i Minori di Trento per un totale di 17 persone.
Nell´ambito della stessa attività, svolta dagli investigatori della Squadra Mobile, vanno inclusi ulteriori due arresti, eseguiti alla fine dello scorso anno, nell´ambito dell´operazione “Pinguino” per un totale di 19 persone, tutte richiedenti asilo e in parte ospiti della Provincia Autonoma di Trento con i progetti di accoglimento per l´immigrazione.
L´indagine ha preso avvio dopo un decesso dovuto all´assunzione di stupefacenti e diversi casi di overdose a Rovereto e Trento.
Successivamente vennero intercettate alcuni dosi della droga killer e si scoprì che lo stupefacente, proveniente da Napoli e Roma, veniva importato da un´organizzazione di cittadini del Gambia.
Con il coordinamento della Procura della Repubblica di Rovereto, gli investigatori scoprirono che la banda, composta prevalentemente da cittadini del Gambia e del Senegal giunti, dapprima a Rovereto e successivamente a Trento, collocati nell´ambito dei progetti di accoglienza, aveva creato una fitta rete di persone e contatti allo scopo di inserirsi nel mercato della droga.
Grazie anche alla collaborazione della Provincia Autonoma di Trento, il cui contributo nel corso delle operazioni è divenuto elemento essenziale, vennero non solo ricostruite le singoli posizioni dei richiedenti asilo ma, comprese le gerarchie, metodologie, linguaggi, distribuzione e clienti dell´organizzazione stessa.
Sono state sequestrate notevoli quantità di droga e diverse migliaia di euro, è contestato inoltre il reato di riciclaggio nei confronti di uno dei componenti l´organizzazione ed è emerso che il denaro, ricavo dello spaccio, veniva settimanalmente inviato in Gambia, per il tramite di connazionali che fungevano da corrieri residenti a Milano.
Il giro d´affari è risultato essere di alcuni decine di migliaia di euro.