
Momenti che potevano mettere in crisi il turismo italiano ci sono stati. Nemmeno la crisi economica globale del 2009, né la Sars, né addirittura le Torri Gemelle sono riuscite a mettere in ginocchio il settore come il Covid-19. L’epidemia è riuscita a fare ciò che le tragedie della storia avvenute nel corso degli anni. Dal mese di marzo, forse già dal mese di febbraio, il comparto turistico italiano è entrato in profonda crisi. Non sono bastate le vacanze estive per risollevare una situazione che ormai è in ginocchio.
Per l’Italia si sono azzerate di botto le presenze degli stranieri e sono scese quelle dei connazionali – secondo i calcoli di Coldiretti – solo durante i 3 mesi estivi ci sono stati 23 miliardi di mancati introiti. Ma è chiaramente la punta dell’iceberg, perché con i contagi che continuano a salire e la situazione non buona in molti paesi del mondo, non si va verso un miglioramento nonostante gli aiuti messi in campo dal Governo e la ripresa sarà molto lenta.
Chiunque chiede di approfittare del momento per migliorare l’offerta turistica dice solo una baggianata. C’è poco da migliorare quando le persone non si muovono per via di un momento delicato che colpisce la vita umana. Il tessuto turistico, partendo dal comparto alberghiero, non possono migliorare nessuna offerta poiché le prenotazioni non ci sono, non esiste lo spostamento dei turisti. Al momento esiste solo la rassegnazione e l’attesa che le cose possono migliorare. In questo momento c’è poco da fare, i contagi sono in crescita in tutti i paesi del mondo, quindi è difficile che la situazione possa migliorare in un arco di tempo temporale. Ci vorranno ancora molti mesi, forse arriveremo a ridosso della prossima stagione estiva, prima di vedere qualche timido miglioramento.
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