
Tra i tanti problemi che assillano il mondo di oggi primeggia quello che sotto forma di un virus sconosciuto ha messo in discussione , a causa delle sue diaboliche proprietà poco note, la vita del genere umano privilegiando della sua presenza prima la Cina ed in seguito l’Italia per raggiungere a suo piacimento moltissime altre zone del globo terrestre. Proprio questo virus, battezzato in seguito con il nome di covid-19, è riuscito a mettere in particolare evidenza (e non solo) il problema degli “anziani “ che da tempi biblici rimane sempre in attesa di una soluzione definitiva che si presenta , con il trascorrere del tempo, sempre più complicata in quanto anche supportata da una longevità dovuta a molteplici motivi tra i quali, non ultimi, i notevoli progressi della scienza. Quando si pensa che il covid-19 non è un essere vivente, non è una cellula maligna e neanche un batterio malefico, ma semplicemente una molecola proteica, che se pur complicata nella sua formula e solo in parte identificata nella sua struttura ,quotidianamente riserva , con l’avanzare degli studi, una sorpresa per la capacità di nascondere le sue armi micidiali, per cui nel giustificare pienamente il panico che continua a suscitare in un mondo colpito all’improvviso e colto assolutamente impreparato , risulta altrettanto comprensibile anche lo smarrimento iniziale di una Scienza che sempre all’avanguardia del progresso, fin dalle prime avvisaglie di una possibile epidemia , è stata assillata da una sola richiesta : fornire in tempi brevi una risposta precisa ai tanti , molteplici interrogativi proposti . Infatti il covid-19, fino a qualche mese addietro sconosciuto, è venuto alla ribalta in maniera spavalda consapevolmente forte delle sue proprietà chimiche e fisiche, non ultima quella che risiede nella capacità di cambiare continuamente struttura, proprietà nota con il termine di “mutazione”, che ostacola notevolmente il cammino per la preparazione di un vaccino che rappresenta la soluzione più idonea per difendere la salute dell’uomo dalla polmonite virale, mortale malattia , particolarmente prediletta dal virus infernale e resistente fin dal principio ad ogni trattamento farmacologico . Occorre aggiungere che non è questa la sola difficoltà che il mondo scientifico si è trovato ad affrontare costretto a fornire in tempi ancora più brevi i molti suggerimenti richiesti dal governo in carica, sia per poter mettere in atto le misure più urgenti e significative per limitare il diffondersi dell’epidemia , come anche per dare una mano forte al comparto degli operatori sanitari improvvisamente chiamati ad un superlavoro saturo di responsabilità ed al di fuori da ogni limite di tempo accettabile, e senza poter escludere la pressione per poter ripristinare un ragionevole alternarsi dei turni che fin dall’inizio erano saltati per fronteggiare lo straripante numero di malati , turni resi ancora più sfiancanti come naturale conseguenza della riduzione del numero dei letti, come di tutto il personale sanitario a partire dai medici per giungere ai tecnici specializzati ed agli infermieri, del tutto insufficiente già in tempi normali a causa di in una serie di errori della politica sanitaria nazionale che, in un passato non molto lontano e non per una sola volta, sull’onda di una moda ampiamente seguita anche con il ricorso a termini roboanti come “innovazione”, “privatizzazione” ed “austerity”( per citarne soltanto qualcuno), aveva avuto il potere di distruggere il meglio di “una sanità pubblica” invidiata dal mondo intero e fiore all’occhiello del nostro paese . Mettendo da parte queste malinconie sulle quali il silenzio è d’uopo ,ma non potendo mancare di sincerità (difetto che non mi abbandona mai ), ritengo opportuno di porre l’accento su altre verità questa volta facendo leva sulle mie personali esperienze vissute nella qualità di ricercatore e di analista , prima ancora di soffermarmi su qualche riflessione formulata nella attuale mia veste di “anziano”, qualifica che mi compete in virtù dell’anagrafe che ha registrato da qualche mese di questo indimenticabile duemilaventi il mio ingresso nella novantasei esima primavera. Il progressivo aumento del numero di morti per aver contratto la polmonite virale epidemia evolutasi in breve in pandemia ,che ha visto inchiodato dinanzi ai televisori l’intero mondo ed in particolare l’Italia nel mentre. di sera. si restava in attesa di notizie sempre più disastrose ,non disgiunte da visioni sconcertanti che mai si erano presentate all’occhio umano così tragiche e commoventi , aveva posto in evidenza sempre maggiore( specie in particolari settori sociali) ,un fatto nuovo, direi di portata storica , per non essere mai stato notato perché sempre assente nel passato : la stretta collaborazione tra scienza e politica .Questa piacevole novità rappresentava una geniale “invenzione “ del governo in carica che, erede di un passato alquanto criticabile sotto vari aspetti ,in un momento molto difficile del paese , costretto a prendere decisioni molto severe onde circoscrivere i danni di un mortale assalto al mondo vivente ,aveva sentito fin dalle prime battute, la spinta , il bisogno di “privilegiare “ la Scienza (uso sempre la maiuscola nel fare riferimento a quella seria ed indipendente ) ,deciso a rispettare quella perfetta “vibrazione in concordanza di fase” delle leggi severe, certamente restrittive, da emanare a difesa della pubblica salute con i vari risultati ottenuti da una ricerca scientifica arricchita da una collaborazione sempre più efficace.
In parole povere, lasciando da parte ogni interpretazione dello storico evento, occorre riconoscere che il covid-19 ,tra le tante calamità ,tra i tanti errori evidenziati ,tra i tanti lutti provocati , tra le tante polemiche che aveva generato ed inevitabili anche per il ripetersi di vecchie abitudini della stirpe italica , aveva operato un grande miracolo che apriva il corso ad un cambiamento di rotta della vita e delle abitudini stranamente invocato proprio da quella parte della società apparsa sempre autoritaria ed aggressiva specie nei confronti della natura ,sorda ad ogni richiamo di modifica, ma ora piuttosto sconcertata ed avvilita per il numero dei decessi quotidianamente in progressivo aumento e senza rispetto di titoli e di casta ,basita sotto l’incubo di un infrenabile panico, capace di far sognare anche ai più testardi uomini di punta la nascita all’orizzonte di un clima ben diverso da quello che aveva caratterizzato gli ultimi cinquanta anni , e persino disposta ,dopo aver riconosciuto i tanti errori commessi, ad inaugurare una nuova era basata non soltanto sugli indiscussi valori dell’economia volano primario ed indiscusso per la ricchezza di ogni paese , non soltanto sul benessere personale da raggiungere ad ogni costo ed in breve tempo ,ma prendendo in considerazione maggiore una società che avesse tenuto in debito conto la meritocrazia , la giustizia distributiva, le richieste del prossimo secondo il concetto cristiano in un paese che si professa tale solo in parte , riconoscendo in pieno i ritrovati rapporti tra mondo politico e mondo scientifico chiamati insieme alle stesse responsabilità . Non bisogna però dimenticare ,bensì affermare con certezza , che questo tipo di rapporto era stato in precedenza auspicato più volte proprio dalla stessa Scienza in maniera piuttosto insistente ed ancor più sollecitato al sorgere impetuoso dei cambiamenti climatici ,alla luce dei vari inquinamenti dell’aria, delle acque sia salate che dolci in specie se freatiche ,alle difficoltà create dal nucleare ed altre amenità che avevano prodotto disastri ambientali molto seri , ben visibili ed oltremodo pericolosi al punto tale da mettere in discussione l’esistenza degli esseri viventi , avendo ottenuto dalla politica, con notevole frequenza , solo risposte poco convincenti ,sempre giustificate poi dal ricorso costante alla esistenza di crisi economiche piuttosto frequenti nel nostro paese ,la qualcosa aveva richiesto ,con sommo dispiacere come naturale conseguenza, tagli molto seri alla ricerca scientifica ed alla sanità (sempre le stesse cenerentole, unitamente ad alcune pensioni sudate ed intaccate in virtù di una loro verifica per” sopravvenute precisazioni” grazie ad una legge discutibile che prevedeva però la giustificata esclusione di altre, ben più cospicue ma ritenute intoccabili ),tagli che erano stati anche avallati e sottoscritti dalla onnipresente categoria dei “negazionisti “ che ,opponendosi come sempre a tutto ed a tutti ,nel contrastare come “fatti non provati “, l’esistenza dei cambiamenti climatici ,degli inquinamenti, nell’insistere sulla inutilità di una nuova politica ambientale (ancora più graziosamente ”green politic“), avevano evidenziato e dato fiato ai pareri di alcuni scienziati già noti per altri interventi e, come sempre, ben disposti ad assecondare i desideri dei potenti. Poiché da ogni parte si afferma che solo uniti si possono raggiungere risultati positivi e vincere le battaglie, mutato il nuovo tipo di rapporto tra politica e scienza (cosa che per la sua evidenza non era mai stato considerato oggetto di una consultazione della Sibilla Cumana ) ,si è dovuto convenire da più parti che proprio la forte collaborazione tra i due elementi citati , nell’era del covid-19 , ha efficacemente contribuito ed in maniera molto positiva, alla lotta per la salvaguardia della salute pubblica consentendo di limitare molte di quelle difficoltà che erano apparse insormontabili all’inizio , come anche grazie ad una serie di leggi che il governo in carica aveva potuto emanare in tempi diversi , leggi che tutti abbiamo accettato anche se in alcuni casi a malincuore , ma che abbiamo ritenute giuste ed osservate in pieno, anche quando potevano assumere il significato di una perdita della libertà personale. Infatti è possibile precisare che tra le tante restrizioni ,quella di rimanere tappati in casa onde evitare qualsiasi tipo di contagio con chiunque (durata per oltre settantacinque giorni, molto vicini a tre mesi ), insieme al blocco completo di ogni attività , è stata la più difficile ad essere assimilata specie dalla categoria dei “soggetti anziani “che, giustamente indicata come il bersaglio preferito del virus , è stata privata di ogni libertà a partire dall’impossibilità di esercitare un’attività motoria anche la più semplice, fondamentale per chi ha raggiunto una certa età , per giungere poi ai rapporti con i propri familiari che , già in parte resi difficili in tempi normali per le distanze da superare nei grandi centri sempre afflitti da un traffico esasperante senza interruzione, avevano già inciso notevolmente su un morale già stressato fino a provocare crisi pericolose . Tutto questo con la fugace illusione che il virus avesse usato, come si diceva , una certa benevolenza verso la media età (cosa che non si è verificata in quanto anche la stessa ha subito le sue perdite ), essendo stati lasciati in pace ,per grande fortuna ,solo i bambini, risultati “graziati“ da una realtà molto bene accetta. Al giorno d’oggi ormai giunti alla fase 3 delle restrizioni, quando finalmente a maggio inoltrato anche gli anziani hanno potuto assaporare di nuovo una certa e controllata libertà di azione e finalmente è stato loro concesso, raccomandando la prudenza , la possibilità di ritornare a vivere , per questi “ fortunati mortali” sopravvissuti all’assalto del malefico virus , la Scienza con scrupolo non ha voluto trascurare ,accanto ai benefici, anche uno studio indirizzato alla ricerca delle cause che avevano potuto incidere profondamente sulla psiche di diversi soggetti, concludendo di dover attribuire questo deficit proprio al prolungamento dell’isolamento forzato ,alla solitudine per la privazione degli affetti più cari. Si è potuto accertare che una tale situazione aveva particolarmente colpito inoltre proprio quei soggetti che a suo tempo avevano già fatto una scelta dolorosa : vivere da soli o con l’ausilio di una badante, soltanto perché sollecitati da un’unica realtà vissuta e così riassumibile un breve : “ l’esigenza di non dare fastidio a nessuno”, espressione molto ricorrente in ogni tempo e ricca di significato per tutti ,in particolare poi per quella buona maggioranza che storicamente ha sempre ritenuto l’anzianità come una calamità, come un fastidioso fardello a causa del riscontro dell’assenza di identità di vedute , della differenza di educazione ,del modo di intendere la vita, per giunta sempre oggetto di una ricerca affannosa per poter trovare una soluzione soddisfacente ad un problema ricorrente dall’inizio della civiltà (da quando le ere geologiche vennero sostituite dalla storia dell’umanità!),quindi in ogni tempo all’ombra di una realtà quanto mai tragica, riconosciuta e ricordata anche in chiave musicale da Modugno che in un malinconico ed appassionato motivo si chiede più volte in maniera scherzosa non priva certamente di una velata tristezza la domanda : il vecchietto dove lo metto? Alla luce di queste realtà è molto facile comprendere il significato degli incontri settimanali per seguire la vita dei figli ,i progressi dei nipoti in carriera senza poter tacere della gioia che si prova al contatto di una meraviglia della natura : la nascita di un pronipote.
Con queste premesse ed in funzione di una realtà da brividi interamente vissuta da qualche tempo di proporzioni piuttosto ampie ,in qualità di “anziano” mi è riuscito spontaneo fare di conseguenza delle considerazioni , approfittando anche della mia esperienza di chimico e di ecologista che da circa trenta anni (ancora maggiormente dopo il raggiungimento dell’età pensionabile), con scarso successo, si é occupato del problema amianto, minerale ben conosciuto come “accertato cancerogeno “,considerato fonte prima di una serie di tumori che vanno da quelli polmonari a quelli pleurici, come il mesotelioma ,per giungere a quelli intestinali e renali che hanno seminato e seminano terrore in tutte le categorie degli addetti ai lavori per una mortalità sempre crescente, anche dopo la proibizione di ogni attività relativa grazie ad una legge dell’anno 1992 . Aggiungo che questo particolare tipo di industria fin dall’inizio , era stata oggetto di numerose leggi piuttosto severe riflettenti proprio la sicurezza nei luoghi di lavoro, in realtà mai applicate solo per una testarda sottovalutazione del pericolo reale da parte dei “padroni del vapore “,primi responsabili di pietose tragedie familiari , ed ancora oggi inseguiti da una giustizia che trova grandi difficoltà per poterli “incastrare” nelle loro palesi responsabilità . Quali i motivi giustificano il ritardo della giustizia ? Dei tanti, discussi anche con magistrati di grande spessore, mi permetto di indicarne solo qualcuno per ragioni di spazio : sfruttamento oltre ogni limite delle zone caratterizzate dalla presenza di rocce metamorfiche generatrici del serpentino ,padre dell’amianto ; eccessiva presenza del minerale in migliaia di prodotti grazie alle sue proprietà chimiche e fisiche che lo rendono indistruttibile ; scoperta dell’eternit, elemento centrale di una edilizia basata sul rapporto ferro –cemento -amianto ; enormi difficoltà di eliminazione e conseguente “distruzione “ di tutti prodotti a base del minerale che ancora oggi fanno mostra della loro resistenza al tempo (vedi grondaie, canali , tetti ) ; affannosa ricerca di una destinazione definitiva in “siti” ancora da ritrovare per poter alloggiare i circa trenta milioni di tonnellate ancora giacenti in provvisori centri di raccolta, cui vanno aggiunte le migliaia di tonnellate (!) di materiale estratto negli ultimi tempi in seguito ai lavori della galleria del TAV Torino –Lione, evidenziati di recente, con tutti gli altri presenti in discariche abusive ,in depositi clandestini,, in nicchie sotterranee create appositamente e giustificate come normale “sovescio” di terreni coltivati, causa prima di incendi dolosi (cito la “Terra dei fuochi” “come esemplare ), panorama terrificante, anche se non mancante di importanti suggerimenti (solo in teoria ) grazie all’esistenza di molti brevetti presentati in tempi storici agli organi competenti da vari istituti delle facoltà di ingegneria e di scienze geologiche di molte prestigiose università, mai messi in discussione per mancanza di controparte o anche per la presenza di interlocutori divenuti all’improvviso sordi al momento del colloquio o addirittura meravigliati quando il discusso problema è stato portato in Senato , alla camera dei Deputati, alla regione Lazio ed altrove con numerosi convegni organizzati dall’Osservatorio Nazionale Amianto (O.N.A. )negli anni 2012, 2014 e 2016 ,notizie facilmente controllabili con un semplice clic su un sito molto conosciuto . E’ proprio in funzione di questo panorama che è soltanto una piccola porzione di una realtà drammatica che mette in primo piano la difesa della salute di tutti i cittadini come richiede la Costituzione, che mi sento autorizzato a formulare una riflessione e non sono il solo ,che mi sembra giusta anche se discutibile. Il motivo è semplice: se è innegabile che le misure prese in tema di virus nei confronti degli anziani richiedono solo gratitudine profonda riservata a quanti hanno pensato di metterli al riparo dai pericolosi assalti di una polmonite virale che ha fatto strage di vite umane ,è altrettanto vero che questo slancio di generosità proviene da quella stessa fonte (dove sono presenti diversi personaggi del passato ) che si era rinchiusa a riccio dinanzi ai disastri provocati dall’amianto ,era rimasta impassibile opponendosi con tutte le forze alla richiesta di un giusto risarcimento invocato dalle famiglie colpite dalla perdita dei propri cari , lasciando per ora da parte altre colpe per i ritardi registrati in altri settori di vitale importanza .
Anche in qualità di cattolico osservante la stessa spinta che mi conduce ad esprimere oggi la mia gratitudine, mi costringe a non dimenticare un passato non molto lontano che ha voluto ignorare problemi molto gravi che pur riguardavano la stessa pubblica salute ingigantiti dal tempo trascorso ,opponendosi a qualsiasi tentativo di soluzione . Cosa pensare quando da quaranta anni attendono soluzione oltre all’amianto (1992 legge della cessazione di ogni attività ), hanno conosciuto l’oblio : la dismissione delle centrali nucleari ( 1987 referendum istituzionale per la loro definitiva abolizione ) ,la sistemazione definitiva delle scorie nucleari, delle soluzioni radioattive , la bonifica dei territori di Taranto ,Porto Marghera, Piombino, sedi di industrie metallurgiche dove sono state sempre latitanti le leggi sulla sicurezza del lavoro ,senza poter dimenticare la rivalutazione delle zone di Bagnoli e di Coroglio, dove con pazienza e rabbia gli abitanti da 25 anni attendono ancora il ripristino di quelle condizioni ambientali che si addicono ad un angolo di paradiso che si affaccia su un golfo di rara bellezza ,luoghi che mi sono particolarmente cari per la mia provenienza flegrea , trovo giustificato il mio comportamento . Se in aggiunta passano dinanzi ai miei occhi alcune immagini televisive che hanno messo in luce episodi raccapriccianti , ed ancor più i tanti libri consultati ( non ho mai letto tanto pur amando molto la lettura ) che hanno messo in luce il vero volto di certi personaggi ,quando mi vengono sotto gli occhi certe classifiche rese note dall’Istat , organo dello Stato e quindi indiscusse ,in particolare quella che sta a dimostrare in maniera evidente l’esistenza di una società egoista ed autoritaria capace di avere consentito al 75% della ricchezza nazionale di terminare nelle tasche del 20% di pochi fortunati ,lasciando, con molta generosità il restante 25% a tutto l’altro 80%, allora il risentimento si trasforma in una rabbia tale da costringermi a mettere in dubbio perfino i miei sentimenti di cristiano non nascondendo la mia incapacità di superarmi anche ben ricordando che l’uomo è fatto di carne e di spirito ma che purtroppo non sempre si riesce a far prevalere lo spirito.
In questi primi giorni di libertà anche se condizionata , con un cervello funzionante , sogno ora una vita senza l’ossessione di dover risolvere tanti problemi quotidiani come quello del pagamento delle numerose bollette che occupano ampi spazi della mia scrivania , che mi hanno costretto a chiedere aiuto all’esterno per il relativo pagamento , data l’impossibilità di raggiungere un ufficio postale ,il tutto non disgiunto dal desiderio di poter ricevere la mia pensione senza fare lunghe file in banca problemi che hanno costituito la mia ossessione nel periodo di prigionia piuttosto lungo in epoca virus ,quando mi è stata data anche l’occasione di ricordare con affetto e gratitudine tutti coloro che mi hanno fatto comprendere grazie ad una ferrea educazione ,la grande importanza del dovere ,quella degli studi ,della lettura ,della preparazione professionale ,il rispetto della natura ,che , pure accanto a qualche delusione ,mi hanno dato la possibilità di osservare ,ammirare, descrivere e criticare ,facendomi apprezzare il significato profondo di libertà di azione e di pensiero , per cui al giorno d’oggi, non potendo attribuire soltanto al mondo dell’ipocrisia o a quello della ricchezza tante anomalie esistenti , non mi hanno fatto risparmiare quello degli ignavi che all’ombra del non sempre giustificato “ quieto vivere” hanno preferito sempre il silenzio. A questo proposito ricordo che, tra i tanti insegnamenti ricevuti ve ne sono altri che nel tempo mi hanno fornito e mi forniscono tuttora la forza per poter continuare a vivere . Tra i tanti ,alcuni appartengono ad un servitore fedele dello Stato , barbaramente trucidato proprio perché appartenente alla categoria dei non allineati : Giovanni Falcone. Tra i tanti : “gli uomini passano ,le idee restano e restano le loro tensioni morali che continuano a camminare sulle gambe di altri uomini! Ed ancora il mio credo : “chi tace ed abbassa la testa, muore ogni volta che lo fa”. Mi congedo all’ombra ristoratrice di queste verità e, sudato a causa del caldo tropicale che ci sta assalendo, ma anche felice per la sua presenza che ridurrà di molto la ferocia del malefico covid 19 , (convinzione che mi ha accompagnato fin dal primo insorgere dell’epidemia) , pensando ,se mi sarà ancora concesso , di fornire in seguito ,insieme agli aggiornamenti più significativi estratti dalle pubblicazioni più note prodotte dai centotrenta laboratori di ricerca che ospitano altrettanti gruppi nei quali non mancano amici italiani, il mio pensiero in chiave naturalistica sul rapporto virus –fattore antropico ,non nascondendo la speranza di essere letto.
RENATO SINNO – Già docente di Mineralogia presso l’Università di Napoli “Federico II°
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