
Ormai non c’è angolo di questo paese che non lamenta la crisi in cui versa. Le politiche portate avanti dal nuovo esecutivo non baciano la ripresa, ma rischiano di portare il paese a sbattere. C’è il serio rischio che l’Italia arrivi verso al chiusura. Troppe imposizioni, troppe piccole tasse che colpiscono il ceto medio, da sempre locomotiva del paese.
Il ceto medio, sempre più vessato e sempre meno considerato da una manovra che si preoccupa soltanto di assecondare il giacobinismo di Di Maio e dei grillini. Tanto che proprio la possibile tassa sulla plastica ha smascherato tutta la miopia di una manovra che deprime l’economia, le piccole e medie imprese e soprattutto i ceti medi. Una manovra che non incentiva il consumo, ma porta il paese a fermarsi preoccupato di non farcela a correre dietro all’enorme pressione fiscale che mette a rischio imprese e famiglie.
In questa manovra vengono toccati i commercianti, gli artigiani, i liberi professionisti, le piccole imprese, insomma il tessuto produttivo che non ha grandi potenzialità economiche ma cerca di non morire. Una guerra alle piccole imprese portata avanti grazie, soprattutto alle politiche di sinistra che hanno fatto già troppo male all’Italia. Così si rischia una nuova recessione, che potrebbe avere danno enormi per il tessuto sociale già fortemente in difficoltà.
Le politiche portate avanti dal governo di sinistra, può generare potenziali aumenti di prezzi a discapito dei cittadini. La manovra incide notevolmente sui prezzi al consumo, proprio perché le imprese saranno costrette ad aumentare i prezzi per superare l’enorme batosta messa in piedi dal governo. Le tasse sulle bevande zuccherate, l’imposta sulla plastica, la stretta sulle partite Iva e l’obbligo dei pos per i commercianti, impongono una serie di costi per i soggetti passivi che quasi sicuramente saranno traslati sui prezzi al consumo. Le tasse sono sempre a carico delle imprese o dei consumatori. Questa manovra è stata incentrata solo sull’ecologismo figlio di una cattiva politica del M5S e incentrato sui desideri del PD di continuare a tassare chi in questo paese produce in nome di un’evasione fiscale che sta altrove e non in queste piccole realtà produttive.
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