
Nonostante si tenta di diffondere ottimismo, a molti è chiaro che la fase economica più difficile deve ancora arrivare, augurandoci che il virus fermi la usa corsa e non ci siano ulteriori chiusure per contrastare la sua diffusione.
La dinamica delle posizioni a tempo determinato “risulta fortemente negativa”, soprattutto a causa dell’impatto dell’emergenza Covid sui contratti di breve e brevissima durata. In particolare nel privato si contano 1 milione e 112 mila rapporti di lavoro in meno nel secondo trimestre del 2020 in confronto all’anno prima, considerando anche il lavoro in somministrazione e intermittente. Così la nota congiunta Istat, ministero del Lavoro, Inps, Inail e Anpal relativa alle tendenze dell’occupazione nel secondo trimestre 2020, con specifico riferimento ai dati Inps-Uniemens.
Sulla scia di questi dati la dinamica del lavoro a termine risulta la più penalizzata. Si tenda di sminuire l’effetto covid sul lavoro, purtroppo la realtà è ben altra. Molti settori come ad esempio gli stagionali e i lavoratori degli alberghi nelle grandi città, è da marzo che non lavorano e di sicuro non lavoreranno fino alla prossima primavera. Sono tutti lavoratori a termine quindi senza un contratto stabile. La crisi economica dovuta alla pandemia ancora non è entrata nel suo vivo. Sono molti gli analisti di settore che prevedono gli effetti negativi della crisi economica proprio a partire dalla fine dell’estate.
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