
Finora i partiti tradizionali, con l’aggiunta del M5S, non hanno reso risposte concrete al meridione d’Italia. Il sud rimane fanalino di coda in tutto. Ogni qualvolta lo Swimez diffonde i dati sullo stato di salute del bel paese, il sud si ritrova ancorato nei bassifondi. I problemi del meridione sono sempre gli stessi, quindi nessuno li ha risolti dal dopoguerra ad oggi. È evidente che a nessuno è interessato il meridione. È chiaro che tutti i partiti, nessuno escluso, hanno attuato politiche solamente indirizzate a mantenere il potere al nord tenendo invece il sud privo di tutto. Il sud è rimasto quella macchia di terra dove attingere durante le campagne elettorali. Ora che sta nascendo, forse, è ancora presto per dirlo, un partito meridionale, le critiche arrivano da chi quel potere non vuole perderlo: big di partiti e galoppini che girano intorno ad essi. Sono stati proprio i galoppini che nel corso degli anni sono stati quella macchina perfetta di voti per i partiti storici. A loro sono andati i migliori incarichi che, di fatto, decurtavano la possibilità al meridione di decollare. Nessuno ha fatto gli interessi dei cittadini, tutti hanno fatto gli interessi personali e di partito.
Il sud ha grandi potenzialità, ma è stato costretto nel corso della storia meridionale a rincorrere le posizioni del Nord. I cittadini hanno seguito i galoppini dei partiti nella speranza di ottenere quelle risposte che mancavano nella loro vita. Un grande errore, poiché proprio i cittadini dovevano reagire contro il sistema, invece ha subito in silenzio e alla prima occasione hanno continuato a credere alle lusinghe di chi chiedeva il voto per nome e per conto del politico di turno o del partito.
È evidente che la reazione deve arrivare direttamente dai cittadini onesti. In ogni comune individuare il galoppino di turno non è difficile, quindi basta girargli le spalle, e le cose possono cambiare sul serio. I cittadini meridionali hanno il sacrosanto dovere di mettere al primo posto il diritto di essere uguali a quelli del nord. Ogni diritto deve essere uguale da nord a sud come è scritto nella costituzione italiana.
Il timore, adesso, che il popolo meridionale si unisca sotto un unico simbolo e non è più disposto a votare i partiti che finora hanno demolito il sud. Ciò significa non poter più fare cassa in quella parte d’Italia che dal dopoguerra è rimasta con la bocca aperta, quando poi ha potenzialità superiori al nord ma non è mai stato messo in condizione di dimostrarlo.
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