
Primavera 2005. Roma , quartiere Garbatella. L’attore Valerio Mastandrea , riunitosi con gli amici d’infanzia in un bar del rione , discute con loro dell’ultima partita giocata dalla squadra di calcio di cui è tifoso : la Roma. “A’ Vale’ , perché non ce fai risenti’ quella bella poesia?…”, chiede d’un tratto il proprietario del locale ; ” Quale , sor Augu’ ? …ne ho scritte tante …io so’ ‘n’poeta serio , sa ?…” , chiede ironico , l’attore. “Dai che ce lo sai !…quella che piace tanto a mi fjo ch’è laziale …” , replica l’anziano gestore. “Ahhhh!…mo’ ho capito quale : “L’antiromanismo spiegato a mio figlio “…” , esclama Mastandrea. Poi, finito di recitare l’esilarante sfottò , viene bruscamente interrotto dall’irruzione di un energumeno , che senza troppi giri di parole ,lo invita a spostare il motorino per consentirgli di parcheggiare la sua auto. Uscito ed eseguita la manovra, sta per tornare all’interno del bar , quando un’immagine ne cattura l’attenzione . Un operaio , intento ad effettuare dei lavori all’ultimo piano di un palazzo , in bilico su un’impalcatura , tenuta insieme da travi , non indossa alcuna protezione nè imbragatura di sicurezza. “Mo’ , guarda s’è possibile una cosa del genere nel 2017? ….ma te pare che uno deve rischià la vita pe’pochi euro…magari non sarà manco italiano o forse sarà pure più italiano de me?!…” , riflette tra sé l’attore , continuando : “Certo che bisognerebbe fare qualcosa…qualcosa pe’ riporta’ er problema delle “morti bianche” ar centro dell’attenzione…sai che te dico ? , mo’ torno a casa e , quasi quasi, ce scrivo sopra ‘n’film!…” .
“Se fai questo mestiere e non stai dentro le cose , che lo fai a fare?. Questo è un momento che può essere raccontato come il Dopoguerra. E’ un tempo di pace , ma è molto , molto difficile” : questo il parere dell’attore Valerio Mastandrea , espresso nel corso di un’intervista rilasciata al settimanale “Vanity Fire”. Nato a Roma , il 14 febbraio del 1972 , dopo una breve esperienza teatrale , debutta nel cinema con la pellicola di Piero Natoli , “Ladri di cinema” , ma diviene noto al pubblico partecipando a numerose puntate delle trasmissioni televisive “Maurizio Costanzo Show” e “Quelli che…il calcio” . Divenuto popolare a livello nazionale per la sua interpretazione nel film di Claudio Fragasso, “Palermo Milano-Solo andata” , nel 1996 vince i premi Grolla d’Oro e Pardo come “migliore attore” per la pellicola di Davide Ferrario , “Tutti giù per terra” , cui seguono “In barca a vela contromano” di Stefano Reali , “Viola bacia tutti” di Giovanni Veronesi e “L’odore della notte”di Claudio Cagliari . Tornato a calcare i palcoscenici con la commedia musicale di Garinei e Giovannini “Rugantino” , nel 2000 gira il film di Francesca Archibugi,“Domani” . Esordito nella regia con il cortometraggio dedicato al tema delle morti sul lavoro , “Trevirgolaottantasette”, nel 2007 è di nuovo attore nella pellicola di Gianni Zanasi , “Non pensarci” , grazie alla quale si aggiudica un Ciak d’oro. Nel 2010 , recitato accanto a Stefania Sandrelli nel film di Paolo Virzì , “La prima cosa bella”, per cui ottiene un David di Donatello , prende parte al musical hollywoodiano “Nine” e firma , con lo pseudonimo di “Saverio Mastrofranco”, il romanzo “Chiedo scusa” , edito da Einaudi. Tra i protagonisti di “Cose dell’altro mondo” di Francesco Patierno e “Ruggine” di Daniele Gaglianone , nel 2013 vince per due volte il David di Donatello con la pellicola “Gli equilibristi” e “Viva la libertà”. Occupatosi della produzione e del montaggio del film “Non essere cattivo” , diretta dal regista Claudio Caligari , scomparso prematuramente , presenta la pellicola alla settantaduesima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia , ottenendo in seguito la vittoria ai Nastri d’Argento e una candidatura ai premi Oscar nella categoria “Miglior film straniero”. Reduce dal successo de “La felicità è un sistema complesso” , nel 2016 vince un premio Nastro d’Argento per l’interpretazione nel film di Paolo Genovese “Perfetti sconosciuti” e gira le pellicole “Fiore” di Claudio Giovannesi e “Fai bei sogni” di Marco Bellocchio. Legato all’attrice e autrice televisiva Valentina Avenia , da cui nel 2010 ha avuto il figlio Giordano, riguardo la sua paternità ha dichiarato : “Quando diventi padre hai un’altra visione delle cose . Tutto si ridimensiona , si trasforma , trovi altri luoghi dove mettere tutte quelle energie che finivano nel lavoro . E allo stesso tempo capisci anche che quello che fai ti piace , che ti permette di provare a capire il mondo, raccontare delle storie. Quindi ti metti in una posizione diversa , non usi più solo la tua faccia malinconica , ma guardi le cose da più lontano , il che spesso e volentieri ti porta molto più vicino. C’è un prima e un dopo la paternità . Ho imparato a riconoscerlo , senza farmene ossessionare!”.
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