
ROMA- Ho visto persone disperate piangere a singhiozzo perché avevano perso tutto. Ho visto eroi gioire ogni volta che hanno tirato fuori dalle macerie una persona. Raccontare un terremoto non è facile nemmeno per noi giornalisti. È un disegno inquietante che ci mette tristezza. Arrivare sui luoghi devastati dal sisma e trovare persone prese dalla disperazione, mette angoscia.
Ma quello che ci fa gioire anche noi è la forza di uomini e donne instancabili dinanzi alla tragedia. Non mangiano, non dormono, corrono, urlano, ma quando scocca l’applauso la gioia è incontenibile per tutti: un’altra vita è stata salvata.
Abbiamo visto uomini in divisa che piangono, commossi dal lavoro che fanno. Sono una forza umana che va tutelata, perché sono sempre i primi a ritrovarsi davanti morte e distruzione. Non è facile nemmeno per loro abbracciare un corpicino di un bambino senza vita. Hanno il coraggio di resistere alla rabbia, e la forza di reagire.
Vedere un paese come Amatrice distrutto chiude il cuore in una morsa di dolore. Lavoriamo in silenzio, perché loro, gli eroi, hanno bisogno di silenzio. Devono percepire anche un minimo segnale che sotto le macerie ci possa essere ancora un respiro da salvare.
Quando arriva la notte per loro non c’è buio, lavorano ancora di più sapendo che un altro giorno è trascorso e, forse, c’è ancora qualcuno da salvare. Sono inarrestabili. GRAZIE RAGAZZI, SIETE L’ORGOGLIO NAZIONALE.
di Annalisa Laudari
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