
ROMA- Nell’ultimo ventennio abbiamo subito da parte dei governi un torto enorme, che per onorare la corsa folle di un Europa che ha cercato solo austerità, ha imposto una tassazione impossibile per gli stati membri. Questa tassazione in Italia oggi tocca il 70% nel reale, quindi somma le tasse delle diverse istituzioni che chiedono un tornaconto economico ai cittadini.
Siamo anche giunti al paradosso che chi è senza lavoro è soggetto ugualmente a tassazione, perché avere una casa fa reddito, quindi è una fonte di non guadagno ma rientra in un bene di possesso del cittadino, mentre però la nostra carta costituzionale indica la casa come un bene di cui il cittadino non può farne a meno.
Questi insieme di paradossi hanno portato ad un’estorsione di stato. Se lo Stato chiede il 55% di tasse ti sembra un furto, sopra il 60% è un’estorsione fiscale. Siamo arrivati al 70% allora come vogliamo chiamarla? Io la chiamerei tirannia, perché quando vieni e chiedi pur sapendo che il cittadino non può pagare, è una estorsione e fa diventare il richiedente un tiranno. Se il povero cittadino non può pagare, poiché non ha lavoro, lo stato diventa una seria minaccia.
Per diminuire le tasse bisogna riorganizzare lo Stato. Oggi il nostro stato è composto da uomini e donne che non hanno mai dato la possibilità all’istituzione statale di potersi riorganizzare. L’unica organizzazione che c’è stata, è stata quella di cambiare le sigle dei partiti ma lasciare lì dov’erano sempre le stesse facce. Così siamo giunti ad un sistema politico che non si rigenera, e che porta avanti sempre le stesse politiche che, fanno, delle tasse l’unica economia valida pur sapendo che agli italiani manca il fondamentale: il lavoro.
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