Oggi la sanità pubblica dovrebbe essere sul serio la punta di diamante dello stato italiano. Se qualcosa non lo abbiamo perso è solo grazie ai sanitari che ci lavorano che hanno saputo onorare il proprio lavoro nonostante i continui tagli apportati dalla politica italiana al settore.
Dal 2007 e il 2017 nella sanità sia pubbliche (-22%) che private (-11%), ci sono state drastiche riduzione di strutture ospedaliere. Inoltre c’è stata la riduzione complessiva di posti letto ospedalieri (-35.797) nello stesso periodo e un continuo calo degli investimenti da parte dello Stato nel servizio sanitario nazionale: sono alcuni dati che emergono dallo studio realizzato dalla Fondazione The Bridge sulle politiche sanitarie nazionali e l’impatto sulle Regioni.
L’analisi evidenzia come nel nostro Paese si è passati dai 12 posti letto per 1000 abitanti nel 1969 ai 3,5 attuali. Inoltre, il valore del finanziamento ordinario dello Stato al SSN in rapporto al Pil dal 2010 è in continuo calo, con una percentuale di spesa sanitaria prevista per il 2021 intorno al 6,3%, rispetto al 6,8% del 2014. Un dato allarmante, soprattutto se raffrontato ad altri Paesi Europei come Francia e Germania, dove l’investimento di fondi pubblici destinati alla sanità supera i 2.850 euro pro-capite a fronte dei soli 1.844 euro dell’Italia (fonte Istat 2016).
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