100€ per ogni membro della famiglia: l’Europa pretende soldi in contanti | Serviranno per finanziare la guerra

L'Italia nella bufera della guerra - quotidianoitalia.it
Adesso dobbiamo pagare noi singolarmente l’Europa. La guerra è vicina e i soldi ce li dobbiamo mettere noi
La parola guerra evoca immagini che speravamo di aver lasciato nel passato, legate a un’epoca che l’Europa considerava chiusa con il secondo conflitto mondiale. E invece, a distanza di decenni, il vecchio continente si trova nuovamente immerso in uno scenario drammatico fatto di conflitti, crisi e tensioni crescenti.
L’invasione russa dell’Ucraina ha riportato la guerra dentro i nostri confini geografici, con conseguenze che non riguardano più soltanto la popolazione locale, ma l’intero assetto internazionale.
Ogni giorno i bollettini raccontano di bombardamenti, vittime civili, città distrutte, e il timore di un coinvolgimento diretto da parte dei paesi europei si fa sempre più concreto.
A questo quadro già complesso si aggiunge l’instabilità in Medio Oriente, con la questione palestinese che continua a produrre violenza, tensioni e una lunga scia di sangue. La regione resta una polveriera che ciclicamente si riaccende e che vede inevitabilmente la comunità internazionale divisa tra appelli alla tregua e prese di posizione politiche difficili da conciliare.
Le conseguenze delle guerre in Europa
La guerra, insomma, è tornata a essere un rischio vicino, un pericolo che tocca la quotidianità di tutti, non solo per ragioni umanitarie ma anche per la sicurezza e la stabilità dei paesi europei. Lo scenario di crisi permanente mina anche la fiducia delle persone. La paura di nuovi conflitti globali si intreccia con la sensazione di vivere in un presente fragile, dove gli equilibri diplomatici sono precari e la pace sembra una conquista da difendere giorno per giorno.
Ma gli effetti delle guerre non si fermano al piano politico e militare. Ci sono conseguenze tangibili che ricadono sulle vite quotidiane dei cittadini europei, e che negli ultimi anni si sono fatte sempre più evidenti. Dopo l’inizio della guerra in Ucraina, l’Europa si è trovata ad affrontare un’emergenza energetica senza precedenti. La dipendenza dal gas russo è diventata improvvisamente un punto debole e il prezzo delle forniture è schizzato alle stelle.
La crisi non ha riguardato soltanto l’energia. I conflitti hanno inciso anche sui costi delle materie prime, dai cereali al petrolio, creando difficoltà nelle catene di approvvigionamento e facendo lievitare i prezzi al consumo.

Cosa ti chiede l’Europa
In questo contesto, emerge un aspetto che può sembrare secondario ma che invece rivela tutta la sua importanza nei momenti di emergenza. La guerra al contante è finita. Almeno per quanto riguarda la Banca centrale europea che, pur continuando a sostenere i pagamenti elettronici e a promuovere l’euro digitale, ha lanciato un invito chiaro a tutti i cittadini: tenere sempre una riserva in contanti.
Un recente documento diffuso da Francoforte sottolinea come in caso di crisi improvvisa il denaro elettronico non sia sufficiente a garantire sicurezza e continuità. L’indicazione è precisa: ogni famiglia dovrebbe disporre di almeno 70 o 100 euro in banconote per ciascun membro, proprio perché nelle situazioni di emergenza il contante resta l’unico strumento affidabile. La stessa Bce ha ricordato che, durante le crisi passate, il ricorso alle banconote si è intensificato, segno che i cittadini cercano stabilità nei mezzi tradizionali. Un consiglio che oggi suona come un avvertimento, perché se le tensioni globali dovessero degenerare ulteriormente, la capacità di avere riserve liquide potrebbe rivelarsi decisiva per affrontare i momenti più difficili.