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ertolt Brecht : un drammaturgo espressionista in bilico tra “straniamento “ e rivoluzioneIn evidenza

1910-1920 . Il Nazionalismo avvolge , come una nube tossica , l’Europa : la Francia , sconfitta in guerra dalla Prussia nel 1870 , costretta dal Trattato di Versailles del 1871 al pagamento di una pesante indennità di guerra , è percorsa da un fervore “revanchista “ che grida tremenda vendetta al nemico teutonico . L’ Inghilterra , sotto l’ala protettiva della sua Regina , Vittoria ( 1837- 1901) , solcando i mari e gli oceani più lontani , conquista il primato coloniale e dà vita ad un fiorente “Impero del commercio “ . L’ Italia , da pochi anni unita , eppure così divisa , aspira a diventare uno Stato forte e temibile , espandendo i suoi confini alla ricerca di materie prime e di un mercato a basso costo in cui svendere l’eccedenza industriale . La Russia , fallito il tentativo di una riforma agraria che abolisse il latifondismo e liberasse dalla schiavitù nelle campagne milioni di contadini , si mobilita in massa contro il regime zarista in preda a deliri panslavisti di unità cristiano-ortodossa e, per questo, decisa ad operare una spietata repressione della minoranza ebraica , ritenuta colpevole del desolante impoverimento della nazione. La Germania , costituitasi come Secondo Reich (Impero) ,dopo essere giunta al comando dell’area centro- orientale grazie all’abile politica del suo cancelliere Bismarck, si afferma come : “Confederazione del nord” , (unione degli Stati tedeschi ), avendo sottratto il ruolo di guida politica e militare all’ Austria , sua sorellastra cattolica . Le aristocrazie europee , detentrici di feudali privilegi di casta che riservano loro ruoli di spicco nelle corti, negli uffici e nelle amministrazioni di Stato, si avvicinano , di malanimo, al nascente universo dell’iniziativa individuale, del libero mercato e del capitalismo borghese. Ancora una volta , l’orologio della storia scandisce le ore di un ‘amara lotta di classe, scatenatasi tra gli imprenditori ,proprietari di mezzi di produzione e i lavoratori , possessori di un unico, inestimabile patrimonio : la prole . E’ tempo , però, che la coscienza di classe maturi : gli operai, i contadini , finanche i soldati, si riuniscono in leghe , in assemblee spontanee , in associazioni chiamate : “sindacati “ . Nascono nuovi partiti : il partito liberale è messo in discussione e deve battersi con l’avversario socialista e con l’oppositore comunista . Proprio in Germania , infatti, si consolida il partito Socialdemocratico , poi divisosi in due correnti distinte : quella “riformista o revisionista ” , volta ad affrancare il lavoratore dalla sua condizione di subordinazione ,mediante la pronta realizzazione di riforme sociali attuate con la collaborazione delle forze liberali disposte al compromesso , quella “rivoluzionaria o radicale” che vede ,per l’appunto, nella rivoluzione l’unica via per il conseguimento di un “apparato socialista” : obiettivo perseguito , se necessario, con la violenza. Proprio in quest’area , si assiste , presto, all’esplosione di un rinato “Sturm und Drang” ; a Monaco come a Berlino , città provate dalla crisi post “Grande guerra” e , segnate dalla precarietà e dalle incertezze della Repubblica di Weimar , intellettuali , artisti , scrittori , fondano movimenti d’avanguardia e riviste quali : “ La tempesta e l’azione “ o “ La rivoluzione” . Questo nuovo empito è ispirato da una suggestione tutt’ altro che romantica , l’espressionismo la cui definizione è stata delimitata dallo scrittore Hermann Bahr : “ Nessuna età è mai stata squassata da tanto orrore , da un così orrendo senso della morte. Mai sul mondo ha gravato un tal silenzio di tenebra. Mai l’uomo è stato così piccolo. Mai ha avuto altrettanta paura. Mai la pace è stata così lontana e la libertà così morta. Ed ecco che l’angoscia leva il suo grido ; l’uomo invoca urlando la sua anima ; tutta la nostra generazione non è che un unico grido d’angoscia . E grido anche l’arte , verso le tenebre profonde , invoca aiuto , invoca lo spirito : e questo è l’ espressionismo”. L’espressionismo , possiamo aggiungere, è un grido di protesta levato contro un mondo ( quello dell’Impero austro-ungarico) , apparentemente regolare e ordinato , dominato dagl’ideali di uomini borghesi obbedienti e appagati , fondato sulla famiglia, la religione e la potenza militare e che ai giovani collaboratori di questo movimento, appare come fittizio in quanto cela ,dietro le sue fragili apparenze , un futuro prossimo tragico . I meccanismi della società borghese , che riducono l’ essere umano ad un reietto e al solo profitto , sono rifiutati da questi ultimi i quali , nonostante tutto , sperano nella salvezza e nel rinnovamento dell’umanità .Se altre avanguardie coeve come il futurismo e il surrealismo , mostrano fiducia nell’era del progresso e delle macchine e inneggiano alla possibilità di una “soprarealtà” con la quale l’uomo possa entrare in contatto , l’espressionismo ,invece, esclude nettamente ogni ipotesi di comunicazione : “Le cose esistono in sé , non esistono più per l’uomo. A tale stato delle cose cui l’uomo non sa più imporre il metro umano , corrisponde l’uomo staccato dalle cose “. L’impossibilità di comunicare e il rifiuto della società , vengono tradotti dagli espressionisti in moduli rappresentativi ( la deformazione grottesca e la dissacrazione blasfema ) che abiurano i canoni convenzionali , sovvertendoli . Nell’ambito di tale movimento e, specificamente nel teatro , si distingue la personalità del drammaturgo-poeta : Bertolt Brecht . Egli nacque il 10 febbraio del 1898 ,ad Augusta , in Baviera , da una famiglia di borghesi agiati ; dopo aver studiato per alcuni anni medicina , nel 1920 , entrò in contatto , a Monaco e a Berlino, con i gruppi artistici dell’ avanguardia espressionista : “ Nuova oggettività” . Frutto di questi anni giovanili , furono i primi drammi : “ Baal “ ( 1918 ) , “Tamburi nella notte “ (1919 ) , “ Nella giungla della città “ ( 1921-24 ) e “ Vita di Edoardo secondo d’ Inghilterra “ (1923 ) in cui narrò, con toni cupi , la miseria morale e materiale di emarginati, assassini, prostitute, omosessuali e ragazze madri . Applicando le tecniche drammaturgiche espressioniste , abbandonò i criteri estetici del teatro classico-aristotelico e, ripudiò i suoi precetti di unità di tempo, luogo e azione per sposare quelli di un “teatro epico” ovvero : “narrativo”. Rinunciò al consueto processo romantico-decadente dell’identificazione dello spettatore con i personaggi e le vicende rappresentate , evitando all’ interno del dramma ,ciò che potesse generarlo ossia : la descrizione di intense passioni e degli sviluppi psicologici legati ad esse. Lo spettatore , in definitiva, non avrebbe dovuto : “ Tenere gli occhi fissi sulla scena come ammaliato “, riducendosi a mera materia passiva , ma avrebbe dovuto ripristinare la sua “ratio” e la sua capacità di giudizio critico . Perché il distacco emotivo (“straniamento”) del pubblico avvenisse, l’autore avrebbe dovuto ,inoltre : 1) adottare un montaggio di scene non consequenziale , ma slegato per “stazioni” separate le une dalle altre ; 2) inserire riflessioni e commenti sulla vicenda narrata, attraverso canzoni, cartelli, proiezioni e didascalie scritte ; 3) preparare gli attori ad una recitazione che” mostrasse “ il personaggio “, senza che , questo, venisse interpretato , cosicchè gli spettatori fossero coscienti che si trattasse di una pura finzione ; 4) mostrare ad un pubblico “ragionante”: “ immagini efficaci della realtà “ , di una realtà sociale , storica , soggetta alle modifiche del cambiamento, ma non priva di esemplarità. Il capolavoro assoluto di questa prima fase del teatro brechtiano fu : “ L’opera da tre soldi” (1928 ) in cui il drammaturgo tedesco condusse una virulenta polemica anti-borghese , attraverso la storia della sua protagonista : la giovane Polly che , avendo ricevuto un’educazione tradizionale, è obbligata dal padre , Peachum , Re dei mendicanti e strozzino , a sposare un borghese “Ricco ,ben educato e che sappia come si parla ad una signora” (come recita una delle tante canzoni che intercalano il testo, musicate da Kurt Weill ) . Ma la ragazza si invaghisce del bandito Mackie Messer : “Un senza soldi , maleducato e che non sa come si parla ad una signora “ e lo sposa , sfidando le ire di Peachum che incarica il feroce sceriffo Brown di dar loro la caccia . Mackie riuscirà a farla franca, scampando alla morte grazie all’intervento della Regina che gli conferirà addirittura un titolo nobiliare ; ma , come recita la canzone finale : “Simili cose non si verificano quasi mai “. Brecht è chiaro : in un’ epoca conservatrice e nazista , l’amore , affetto irragionevole e indomabile , può ciò che i principi e l ‘ipocrita morale borghese non possono . Nello stesso periodo, sul fronte della poesia, pubblicò una raccolta di liriche intitolata : “ Libro di devozioni domestiche” , dal tono ora beffardo ora pietoso . La seconda fase della drammaturgia brechtiana ( “ Ascesa e rovina della città di Mahagonny “ del 1929 , “La linea di condotta” , “ L’eccezione e la regola “ e “ Santa Giovanna dei Macelli “ del 1930 e , “Gli Orazi e i Curizi “ del 1934 ) poi, fu caratterizzata da un attento studio dell’ ideologia marxista e da un’ accurata riflessione sulla società contemporanea . Lasciando da parte l’espressionismo e certe deformazioni grottesche , il Nostro autore realizzò , quindi, un “teatro didattico” , esperienza che gli fu utile per comprendere che : “Non c’è insegnamento senza divertimento” . Nel febbraio del 1933 , dopo l’incendio della Reichstag operato dai nazisti , inviso al regime di Hitler , si recò in esilio , dapprima a Praga, a Vienna, a Parigi e poi, negli Stati Uniti dove rimase per l’intera durata della Seconda guerra mondiale ( 1941-1947) , instaurando difficili rapporti con il governo americano a causa della sua militanza comunista . In questo difficile periodo, riscoprì nella drammaturgia l’espressionismo degli esordi con le opere : “ Vita di Galileo “( 1938-39 ) in cui affrontò lucidamente il tema del fallimento della scienza indifferente alle esigenze delle masse. ; “Madre coraggio e i suoi figli “ (1939 ) , storia di una donna che , facendo la vivandiera durante la guerra dei Trent’anni , crede di poter trarre guadagno dal conflitto quando ,invece , “ Ci vuole un coltello molto lungo al tavolo della guerra per potersi tagliare la propria fetta di torta e non sono certo i poveri diavoli a possederlo “ ; “ L’anima buona del Sezuan “ ( 1938- 39 ) in cui si interrogò sull’ opportunità di praticare la bontà in un mondo diviso in classi destinate, necessariamente , allo scontro. Nel 1948 , in piena Guerra fredda , ritornò in Germania , ormai, divisa dalla “cortina di ferro “ e, non ottenendo il permesso di soggiorno nel fronte ovest causa dissapori con il governo degli alleati , si stabilì nel fronte est (dove pure non mancarono screzi con le autorità locali) . Lì , nel 1949, fondò : il “ Berliner Ensemble” , centro di produzione e di promozione culturale per il quale , come teorico delle scene , scrisse il “ Breviario di estetica teatrale “e , come regista, riprese i suoi drammi , inscenandoli in una tournèe parigina che lo consacrò tra i grandi scrittori del Novecento giusto un anno prima della morte avvenuta ,a Berlino est , il 14 agosto del 1956. Se un lettore curioso e interessato volesse individuare nella produzione lirica e teatrale di Bertolt Brecht un testamento morale , non potrebbe che pensare ad una lirica del 1939 intitolata : “A coloro che verranno “ , tratta dalla serie di “Poesie di Svendborg” ; bilancio di un uomo che ha vissuto, con viva partecipazione , i problemi e le lotte politico- sociali del suo tempo e che , parlando a nome della sua generazione , rivolge a quelle future un accorato appello , affinchè siano clementi nel loro giudizio su chi le ha precedute . Ne riportiamo la strofa conclusiva : “ Voi che sarete emersi dai gorghi / dove fummo travolti / pensate / quando parlate delle nostre debolezze / anche ai tempi bui / cui voi siete scampati . / Andammo noi , più spesso cambiando paese che scarpe / attraverso le guerre di classe , disperati / quando solo ingiustizia c’era , e nessuna rivolta . / Eppure lo sappiamo : anche l’odio contro la bassezza stravolge il viso. / Anche l’ira per l’ingiustizia fa roca la voce . / Oh , noi che abbiamo voluto apprestare il terreno alla gentilezza , noi non si potè essere gentili. / Ma voi , quando sarà venuta l’ora che all’ uomo un aiuto sia l’uomo , / pensate a noi con indulgenza “ .

Redazione

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