Caserta, le bufale pascola e mangiano ai piedi della discarica
CASERTA – Nei pressi della discarica di Maruzzella sono state osservate e fotografate un piccolo branco di bufale, le quali pascolano e mangiano l’erba dei campi esattamente sotto la discarica. Si tratta di una ventina di bufale, sorvegliate a vista da una persona che non sembra affatto

CASERTA – Nei pressi della discarica di Maruzzella sono state osservate e fotografate un piccolo branco di bufale, le quali pascolano e mangiano l’erba dei campi esattamente sotto la discarica. Si tratta di una ventina di bufale, sorvegliate a vista da una persona che non sembra affatto preoccuparsi di eventuali problemi sull’inquinamento dei terreni vicini, ma oltre al pascolo è possibile trovare anche una coltivazioni di broccoli, proprio acconto la discarica. Questi ortaggi successivamente, nel periodo opportuno, verranno raccolti e destinati alla grande distribuzione, senza preoccuparsi della possibile contaminazione della catena alimentare.
A pochi chilometri di distanza dalla discarica, al Santuario della Madonna di Briano, si è discusso di “Ambiente, inquinamento, salute”. Sono intervenuti Padre Maurizio Patriciello, l’oncologo Antonio Marfella, il presidente del wwf regionale, Alessandro Gatto, insieme al vescovo di Aversa, Angelo Spinillo, Antonio Tessitore, malato di Sla presidente di Aisla Napoli-Caserta, e tanti altri cittadini, i quali si impegnano da anni per bonificare i territori inquinati. Il professor Antonio Marfella ha dichiarato: “C’è stato un incremento di consumo di farmaci tumorali del 61% nell’anno 2010-2011, e una delle cause dell’aumento dei tumori è da ricercare nelle coltivazioni inquinate prodotte su terreni contaminati. Si produce e si vende di tutto con il famoso “giro bolla” utilizzato anche per le derrate alimentari. Qui arrivano camion con targhe spagnole che portano all’estero i nostri ortaggi, le nostre verdure”. Mentre invece Alessandro Gatto propone la decontaminazione del territorio attraverso la “fito-decontaminazione”, ovvero bloccare la coltivazione dei terreni per una ventina di anni e seminare solo piante capaci di bonificare il terreno attraverso il metodo della fito-estrazione.