ROMA-Il Governo, tra le disposizioni emanate nell’ambito della tutela della salute, ha regolamentato, a partire dal 1° gennaio 2013, la pubblicità dei giochi d’azzardo su radio, tv, cinema, teatri, giornali, periodici e siti internet. Infatti, dalla data menzionata, sono vietati messaggi pubblicitari avente attinenza il gioco con vincite in denaro su giornali, riviste, pubblicazioni, durante le trasmissioni televisive e radiofoniche, rappresentazioni cinematografiche e teatrali, come pure via internet, nei quali si sottolinei l’incitamento al gioco; presenza di minori; assenza di formule di avvertimento sul rischio di dipendenza dalla pratica di gioco.
La pubblicità dei giochi, che prevedono vincite in denaro, deve riportare in modo chiaro e visibile la percentuale di probabilità di vincita che il soggetto ha nel singolo gioco pubblicizzato. I gestori di pubblici esercizi sono inoltre tenuti ad esporre all’ingresso e all’interno dei locali il materiale informativo predisposto dalle Asl, diretto a evidenziare i rischi collegati al gioco e a segnalare la presenza dei servizi di assistenza, pubblici e privati, dedicati alla cura e al reinserimento sociale delle persone affette da gioco d’azzardo patologico.
Le formule di avvertimento andranno esposte, sugli apparecchi, come indicato dal decreto, su apposite targhe esposte nelle aree ovvero nelle sale in cui sono istallati i videoterminali, nonché nei punti vendita in cui si esercita l’attività di scommesse in via principale. Nel caso di violazioni di detti elementi è prevista una sanzione da 100.000 euro fino a 500.000 euro nei confronti del committente e del proprietario del mezzo cui lo spot è diffuso, ma vi è una sanzione di 50.000 euro sull’inosservanza delle misure attinenti le formule di avvertimento nei confronti del concessionario.
Finalmente la ludopatia entra a far parte dei LEA, ossia: Livelli Essenziali di Assistenza, cioè quella serie di servizi e prestazioni che il Servizio Sanitario Nazionale deve garantire a tutti gli abitanti del nostro Paese. Un bel passo avanti rispetto al passato, anche se purtroppo è sparito dal Decreto Balduzzi il fondo che il Ministro intendeva mettere a disposizione proprio per questa malattia. Tale norma è stata abrogata dal Ministero dell’Economia, causa mancata indicazione della copertura; in altre parole, lo Stato non ha voluto “contribuire”! Figuriamoci…
Mi auguro che questo decreto volto ad affrontare i rischi derivanti dall’approccio non controllato ai giochi d’azzardo, dalle slot machine, alle lotterie, alle scommesse sia un primo passo verso una connessione finanziaria che attualmente colpisce1,5 milioni di italiani, praticamente il 4% della popolazione; dato che è addirittura superiore alla media mondiale, che si ferma al 3%, secondo quanto divulgato recentemente da un report redatto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
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