Un impresa al minuto chiude battenti per colpa dei politici
ROMA-Forse è la prima volta nella storia repubblicana che si vota in pieno inverno. Un anomalia o un bene? Forse è un bene, poiché il freddo e speriamo in temporali e tempeste in quei giorni, tanto da invogliare molte persone a non andare al voto. In questi giorni siamo

ROMA-Forse è la prima volta nella storia repubblicana che si vota in pieno inverno. Un anomalia o un bene? Forse è un bene, poiché il freddo e speriamo in temporali e tempeste in quei giorni, tanto da invogliare molte persone a non andare al voto. In questi giorni siamo assaliti dai talk show pieni di personaggi della casta che raccontano le barzellette elettorali speranzosi di poter divertire il pubblico e catturare il voto. Dicono tutti la stessa cosa. Tutti vogliono togliere le tasse e poi le metteranno il giorno dopo il voto; tutti vogliono regolamentare l’Imu e poi la lasceranno com’è; tutti vogliono combattere l’evasione fiscale e poi condonano 4 miliardi di euro alle banche evasori; tutti vogliono creare il lavoro ma non sanno come fare. Tutti danno la colpa all’avversario per come stiamo messi. Insomma più che di barzellette sono vere è proprio raffiche di “puttanate”.
Il dato sicuro è uno solo: un impresa al minuto chiude battenti. In questo momento che sto scrivendo questo servizio, fino alla fine della stesura, avranno chiuso perlomeno venti imprese trascinandosi dietro un migliaio di lavoratori che non avranno più una occupazione. E questi barzellettieri di prima e seconda repubblica parlano ancora di Europa e debito pubblico, aggiungendoci anche il discorso sul pareggio di bilancio. Perché li chiamo barzellettieri, perché non c’è nessuna legge che può creare lavoro. Gli unici che possono creare lavoro sono le imprese, gli imprenditori sani di questa società, tutta gente che i politici hanno colpevolizzato e distrutto con la ormai insopportabile pressione fiscale, che non lascia scampo se non quello di evadere al fine di far rimanere spiccioli in cassa per andare avanti. Lo stato si prende tutto. Lo stato vuole tutto, e Monti l’ha dimostrato in questi tredici mesi, dimostrando che per lui esisteva solamente l’Europa, il popolo poteva schiattare.
Allora, la smettessero questi narratori di favole, la sostanza è un ‘altra: chiunque vince le prossime elezioni spedirà il paese verso la rovina totale. Nessuno sarà in grado di gestire una nazione dove al centro c’è la mancanza di lavoro e un debito pubblico impossibile da eliminare. Gli unici che lavorano sono i dipendenti pubblici, cioè quelle che vengono pagati attraverso le tasse degli imprenditori, e se non ci sono liquidi in cassa lo stato ricorre ai debiti come ha fatto Monti in questi tredici mesi. Lavoro e crescita sono i punti cardine, e in questa campagna elettorale sono tutti d’accordo su questo, soltanto che appena dopo il voto l’Europa dirà al vincitore quello che deve fare, nel frattempo noi entriamo nella fossa spinti dall’arroganza di una Europa folle e di politici italiani che gli corrono dietro.