La magica passione dentro di noi

Era una mattina nuvolosa, ero in attesa dell’autobus alla fermata. Nell’animo speravo che non piovesse. Intorno a me tanta gente, in particolare, al mio fianco, una ragazza, simpatica, dal viso dolce. Nemmeno il tempo di pensarci, quando viene giù la pioggia. Non avendo l’ombrello non so come fare.

La magica passione dentro di noi

Era una mattina nuvolosa, ero in attesa dell’autobus alla fermata. Nell’animo speravo che non piovesse. Intorno a me tanta gente, in particolare, al mio fianco, una ragazza, simpatica, dal viso dolce. Nemmeno il tempo di pensarci, quando viene giù la pioggia. Non avendo l’ombrello non so come fare. La ragazza al mio fianco apre l’ombrello. Vedendo il mio imbarazzo mi invita a posizionarmi sotto il suo ombrello. Con un gesto semplice e naturale, avvolge il mio torace con le sue mani in modo da poter stare entrambi sotto l’ombrello. Che bella sensazione. Mai sentito tanto calore umano da parte di una donna. La pioggia si fa più insistente, tanto da dover anch’io accerchiarla appoggiando le mie mani sul suo collo. Inconsapevolmente eravamo abbracciati. Una emozione percorre il mio corpo, trasmettendo delle sensazioni strane. Il momento dura dieci minuti, quando basta per lasciare in me un bel ricordo. Saliamo sull’autobus scambiandoci uno sguardo che sa tanto di qualcosa che deve ritornare. Passano diversi mesi, la rincontro in una circostanza simile. Ci ritroviamo alla stessa fermata dell’autobus. Ci scambiamo un sorriso. Mi avvicino: “Quell’abbraccio involontario non l’ho più dimenticato”, gli sussurrò. “Nemmeno io”, mi risponde. Il tempo a disposizione è poco: “Mi dai il tuo numero di telefono”, chiedo. “Certo”. Dopo due sere la chiamo. Comincia così un’amicizia che sembra molto sincera, forse speciale. Mi racconta tutto della sua vita. Una mattina alla fermata dell’autobus, dopo che erano trascorsi altri tre mesi prima di rivederla, appena mi vede mi stringe in un abbraccio unico, sincero, ma a me resta più di quello vissuto la prima volta. Nessuno dei due aveva intenzione di dare più di quella innata amicizia. Ma qualcosa lo cercava. Dopo quella mattina però qualcosa si ferma: lei sparisce per un lungo periodo. Perdo la speranza di poterla riabbracciare. Mi evitava. Non capisco. Nemmeno alla fermata dell’autobus la incontravo più, anche se non la frequento spesso. Purtroppo devo rassegnarmi, c’eravamo promesso che oltre l’amicizia non si andasse, ed era giusto così. Ma poi, un giorno, squilla il telefono. È lei. Mi chiese se è possibile prendere un caffè. Accetto. Ci incontriamo in un bar della città. Il caffè è reso più dolce dalla sua presenza. Ho desiderato per un lungo periodo rivederla, averla lì mi riempie di gioia. “Abito a due passi, vuoi un aperitivo”, mi dice. “Certo, a quest’ora va proprio bene”, erano le sette di sera. Una volta in casa, non appena l’uscio della porta resta alle nostre spalle, l’aperitivo arriva subito. Mi stringe forte a se. Sono frastornato, quasi disorientato, non capisco fin dove quell’abbraccio possa arrivare. Avvolto nel suo calore, sento il desiderio di ricambiare intrattenendomi in quella piacevole stretta. Gli sguardi si sfiorano. Sono passati troppi mesi dall’ultimo incontro, ma tutto sembra troppo naturale, come se i precedenti abbracci avessero lasciato un segno in entrambi che avevamo trascurato o forse allontanato, volutamente, specialmente da parte sua, ma erano rimasti vivi dentro di noi. La cosa però adesso ci sfuggiva di mano. Le labbra si toccano. Che dolcezza sento sulle mie labbra. È dolce, sensuale, cerca e ricerca il mio essere. L’ho desiderata a lungo, adesso non mi sembra vero. Il vento della passione, non certamente dell’amore, soffia nella direzione giusta. Basta poco per trasformare quel bacio in qualcosa di più profondo, che cerca nei nostri corpi il modo per sfogare il desiderio di averci. Ci lasciamo andare. La direzione obbligata è la sua camera da letto. Ora non possiamo più sfuggire. Un attimo, e la nostra nudità accende il vulcano del desiderio che, specialmente io, ho accumulato in tanti mesi di attesa. Osservo il suo corpo offertomi nel pieno del suo splendore. Ogni angolo lo perlustro per non avere il rammarico di essermi perso qualcosa della sua naturale bellezza. È una donna speciale, l’ho capito dal primo momento. Donne come lei vanno, anche solo per un fugace momento, amate, fatte sentire adorate e amanti contemporaneamente. A me non manca il modo, non saprei fingere e tantomeno farla sentire usata. Non saprei simulare il contrario delle cose. Scarico tutto il desiderio accumulato al servizio della passione che voglio farle sentire. In fondo siamo amici. È le passioni più forti, anche se non sono cariche di amore vero, spesso riescono a trasformare due amici in amanti per un attimo. Noi siamo due amici che hanno catturato l’attimo, ed hanno approfittato per non farlo fuggire di nuovo. Mi sciolgo. Lascio scorrere i minuti evitando di accelerare gli eventi. Continuo ad essere quel vento che soffia sul suo corpo, che lascia al suo passaggio brividi di passione. Il tempo è tiranno, il desiderio pure. Cerco il suo intimo come un cuore cerca il passaggio del sangue. La linfa vitale per conoscere la parte più personale di quel corpo unico e stupendo. Sento il sangue ribollire nelle vene quando i nostri corpi non sono più separati, ma uniti dalla furia del desiderio che ci accomuna. Non è per niente volgarmente una fusione di corpi per scaricare la libidine umane. No, lei si accorge di quando gli sto volendo bene senza un pizzico di volgarità. Non si sente per niente usata. Volgarità zero. Capisce di aver superato il pianeta della forma usuale di quello che più volgarmente si chiama sesso. Non mi sbagliavo. “Sto toccando il paradiso con un dito”, mi sussurra dolcemente nell’orecchio. Il paradiso lo tocco pure io. “Stavo rinunciando a qualcosa di molto bello, diverso, mai vissuto così, che adesso mi sta facendo sentire donna al centro del mondo”, continua con i suoi complimenti carichi di dolcezza. Leggere lacrime di gioia scendono lungo i suoi occhi. Non capisco, questa mia amica, che conosco poco, mi sta disorientando: le lacrime non me le aspettavo. O forse gli sto donando qualcosa di diverso dal solito, che lei ha vissuto sotto forma di volgari incontri, ma che nulla avevano in confronto a un rapporto consumato tra due amici che restano tali, ma si vogliono bene nell’anima. Quel rapporto non finisce più, dura ore e ore, distaccarsi significa far finire un qualcosa di molto bello che ormai ci travolge in ogni angolatura.
Ci salutiamo con un altro abbraccio. Un bacio, e poi mi dice: “Questa sera sono stata bene. Prima d’ora ho subito solo menzogne, arroganze, bugie che hanno ferito il mio essere donna. Credevo di conoscere bene la vita, invece questa sera mi sono ricreduta: dietro l’angolo c’è sempre qualcuno disposto ad offrirti la sincerità di cui hai bisogno, basta capirlo. Quando l’hai capito allora arrivi al punto di sentirti veramente donna amata e desiderata. Tu mi hai desiderata a lungo, ed io non me ne sono resa conto. Ma durante la serata ho scoperto quanto è bello essere amata nella misura giusta per sentire quanto sei desiderata dalla persona che ti offre tutta la passione che sente dentro”. Il resto, quello che abbiamo vissuto, rimane appiccicato in noi. L’amicizia diventa un tenero affiatamento, dove ognuno mette a disposizione dell’altro la comprensione di ascoltarsi nei momenti difficili. Mette a disposizione dell’altro i mezzi giusti affinché l’amicizia non svanisca nel nulla, ma resti saldamente ormeggiata nel porto del nostro affetto. Aspettando che il tempo, nel momento giusto, possa regalarci un altro momento magico e faccia navigare i nostri corpi nel mare di passione di cui i nostri corpi hanno bisogno.
Ogni riferimento a cose o persone è puramente casuale. La storia narrata è frutto esclusivo della fantasia dell’autore.