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Limiti di velocità: altra legge del “regime” per fare cassa e uccidere i cittadini

In un regime è un singolo soggetto che decide sull’intero popolo. Chi non rispetta le decisioni prese dal regime o dittatore, è perseguito dallo stesso regime con azioni che ledono la dignità del cittadino e lo privano della libertà. Nelle democrazie sono più soggetti a decidere sul popolo. Soggetti che emanano leggi attraverso il sistema parlamentare che approva la legge, la quale è soggetta a rispetto da parte del cittadino. Se il cittadino non rispetta la legge emanata dal parlamento è perseguito attraverso sistemi giudiziari o strutture create dallo stato in grado di imporre al cittadino il rispetto della legge. La sintonia con il regime nelle finte democrazie è quasi simile: il cittadino è comunque sempre perseguito da qualcuno. Nei vari gradi istituzionali, ognuno, per sua competenza, assume un potere che impone ogni sua decisione, quindi dovrebbero chiarirci le idee sul significato di dittatura e democrazia.
Detto ciò passiamo al discorso dei limiti di velocità. In questo casi i limiti di velocità sono stati imposti attraverso una legge dello stato. Una volta emanata la legge il cittadino è tenuto a rispettarla altrimenti viene perseguito al fine di far rispettare la legge. Per far rispettare la legge chiaramente in uno stato democratico si adottano strumenti diversi da quelli delle dittature. Tuttavia sono strumenti che controllano il libero movimento. Tutor, macchinette fotografiche su strada ecc, sono gli strumenti adottati dalla democrazia italiana per controllare il cittadino italiano affinché rispetti la legge. Tutto lecito e sacrosanto se però questi sistemi sono adottati nella misura giusta. In Italia questi strumenti servono a penalizzare il cittadino, poiché l’imposizione dei limiti di velocità avviene in un contesto generale che va in contrasto con le auto che sono messe a disposizione del cittadino per circolare. Mi spiego meglio: se una macchina esce dalla fabbrica e segna sul contachilometri 230kmh va in contrasto con le regole dettate dalla legge. Significa che l’industria che produce il prodotto viola la legge, perché dovrebbe immettere sul mercato una macchina che non supera i 130kmh, limite massimo consentito sulle autostrade dalla legge italiana. Questo sistema chiaramente mette a disagio il cittadino, poiché deve rispettare una legge con uno strumento in mano che allo stesso tempo viola la legge. Significa che andare ad una andatura di 50Kmh su una strada secondaria guidando una Ferrari è inevitabile che il cittadino incappa in qualche bella macchinetta che gli fa la foto e gli invia la multa. Ma anche con una macchina diversa dalla Ferrari ma che è di grossa cilindrata, il discorso non cambia. Però le macchinette servono per controllare il cittadino, quindi già si viola la liberà dello stesso. Ma siamo sicuri che servono a controllare il cittadino? Direi di no. Serve soltanto ad avere uno strumento a disposizione delle amministrazioni comunali per fare cassa e ripianare i bilanci a fine anno attraverso l’elevato numero di multe emanate. Questa è al verità.
Ma non ci siamo arresi, abbiamo provato a capirci meglio. Abbiamo percorso una strada provinciale con due macchine diverse, una utilitaria e una macchina di grossa cilindrata. L’utilitaria in linea di massima reggeva l’andamento dei 50kmh imposti in quel tratto di strada. La macchina di grossa cilindrata invece andava in affanno, poiché non è stata costruita per mantenere quel ritmo cosi basso. Quell’andatura recava disagio anche allo stesso guidatore, che non si è reso conto di aver superato l’andamento del 20% di quello consentito, in effetti dai massimi di 50kmh è arrivato, senza accorgersene, a 90kmh che, comunque, sembrava di viaggiare a piedi con quel tipo di macchina. Morale della favola. Un mese dopo arriva una bella multa di 172 euro. Stesso discorso sull’autostrada. L’utilitaria reggeva il ritmo dei 130kmh imposti dalla legge sulle autostrade, mentre la macchina di grossa cilindrata anche in questo caso andava in affanno, e in affanno adanva anche l’autista. Anche in questo caso multa da 172 euro. Sommando le due multe siamo arrivati a 344 euro, che riportati in lire sono 688mila lire del vecchio conio. Chiaramente adesso le multe devono essere pagate come prevede la legge, altrimenti saremo perseguiti dalle camice nere di Equitalia, e se non le paghiamo raddoppiano, quindi supereranno abbondantemente le 700 euro, euro più euro meno, significa 1.400 mila lire del vecchio conio. Ed è proprio quello che vuole lo stato. Un guadagno ghiotto, che senza massimi sforzi sfila dalle nostre tasche soldi a valanga. Non è che noi siamo irresponsabili, è lo stato che ha studiato la legge usando un vizio di forma che consente di immettere sul mercato auto che violano la legge, poi le dà in mano al cittadino che deve rispettare la legge con uno strumento che ha già violato la legge. Con ciò cosa abbiamo voluto dimostrare? Semplicemente che lo stato adotta provvedimenti che guardano più agli interessi di cassa che alla vera tutela del cittadino. E come succede nelle dittature cosi succede nella democrazia: in entrambi i casi c’è una imposizione che impedisce al cittadino di essere libero, oltretutto arreca enormi danni economici perché lo strumento favorisce le lobby e distrugge il cittadino comune. Quindi le leggi vanno bene, anche quella del limite di velocità, ma per legge bisogna imporre alle aziende automobilistiche di fabbricare solo utilitarie che arrivano massimo 130kmh di potenza, aiutando il cittadino a non incombere in multe salatissime. Altrimenti ogni legge dimostra sempre che è contro il cittadino: lo penalizza, quindi non lo favorisce come dovrebbe.

Redazione

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